LE EMOZIONI POETICHE DI PIERO PISTOIA: commenti a più voci, post aperto; docente Andrea Pazzagli e dott.ssa Stefania Ragoni, al tempo dirigente scolastico

Post già pubblicato il 19-agosto 2014, ma riproposto per renderlo di nuovo visibile.

PREMESSA DI PIERO PISTOIA (editore del blog) eventuale da scrivere

PER INGRANDIRE LO SCRITTO CLICCARCI SOPRA
I commenti che seguono sono stati rivisitati dall’inserto cartaceo ‘Il Sillabario’

ASPETTI DIONISIACI DELLA POESIA

DI PIERO PISTOIA

Dott.ssa  STEFANIA RAGONI 

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Leggere, per es., in questo blog “Poesie di caccia e Natura” di Piero Pistoia

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IL MITO E LA POESIA DI PIERO PISTOIA

Insegnante ANDREA PAZZAGLI 

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SENTIMENTO DELLA NATURA DI PIERO PISTOIA

 di ANDREA PAZZAGLI

La filosofia, dicevano i Greci, promana dallo stupore che pervade l’uomo di fronte al mondo, al libero manifestarsi (alèteia) di quella phisys che non si lascia mai completamente comprendere dalla ragione calcolante della scienza, della tecnica, delle metafisiche razionalistiche.

Non diverso dal filosofo è il poeta: è poeta chi sempre di nuovo sa meravigliarsi e dire la sua meraviglia davanti allo spettacolo del mondo, sempre uguale eppure sempre diverso, se nuovo sa essere l’occhio che lo contempla.

A ciò probabilmente pensava anche pascoli quando paragonava i poeti ai fanciulli (poetica del fanciullino); i poeti ed i fanciulli condividono la prerogativa di sapersi ancora stupire, sanno, ancora, non essere banali e non rendere banale il mondo circostante.

Questi pensieri si affacciano alla mente mentre leggo o ascolto le poesie di Piero Pistoia. Sono versi, appunto, mai banali e riescono ad esprimere, spesso con forte efficacia, un senso di profonda partecipazione all’Essere, di comunione con la Natura ( intesa nell’accezione greca di phisys, non quella oggettivante dei Positivisti) non facile da trovarsi. Non c’è in questi versi alcuna imitazione di D’Annunzio e dei suoi panismi, piuttosto l’espressione del legame fra noi e ed il mondo, tra noi e la Natura, che, una volta, era forse dato dal senso comune, ma che, oggi, solo le parole della poesia sanno ancora esprimere. La campagna, il bosco, il fiume, i declivi, le piagge: ecco i luoghi della poesia di Pistoia, luoghi dove ora va a caccia e che, nella memoria e nei versi, tuttavia si confondono con quelli, geograficamente e temporalmente lontani, dell’infanzia già remota. Luoghi, visioni: ma, va notato che, per Pistoia il dato visivo non è mai isolato, si arricchisce, si sostanzia di altre sensazioni, più forti, più carnali, più animali quasi, soprattutto uditive e olfattive. Chi (e anche Pistoia è fra questi) ha varcato il limite della maturità, raramente è esente da una vena di nostalgia per un passato sentito perduto e irrecuperabile: nostalgia si respira in effetti anche in talune di queste poesie, ma senza che mai divenga tono dominante, che mai riesca a spegnere la corposa energia di vivere che rimane tratto distintivo.

Resta da dire del linguaggio poetico. Non voglio azzardare giudizi ed analisi, ma credo che i lettori converranno nel riconosce la sciolta, agile eleganza di questi versi che, senza riferimenti troppo espliciti, mostrano però come l’autore abbia fatto propria la lezione della poesia del primo Novecento.

Gli interessi scientifici  di Pistoia, le sue incursioni in svariati campi del pensiero, non sono senza eco nelle sue poesie: numerosi i rimandi a teorie scientifiche e matematiche, frequenti le parole tratte da vocabolari settoriali. Ma (ed è questa una riprova della solidità del linguaggio poetico dell’autore) queste parole. questi rimandi, non stridono affatto, si inseriscono anzi nel contesto, lo arricchiscono e ne fanno esempio della necessità, oggi centrale, di ibridare discipline, esperienze e vocabolari.

LE POESIE DI PIERO PISTOIA SUL BLOG SONO RAGGRUPPATE, FRA L’ALTRO  (es. TERREMOTO IN MOLISE- Vangelo secondo Luca…),   ALLE SEGUENTI VOCI (tags)

Riflessioni non conformi

Poesie di paese

Fatica di vivere

Memoria memoria…

Poesie di caccia e Natura

Poesie di “cose” del mito

Solo rassegnazione

Tempi perduti

LISTATO DEL PROGRAMMA RELATIVO ALLA FUNZIONE DEL “PERIODOGRAMMA”, SCRITTO NEL LINGUAGGIO R, dal Dott. Piero Pistoia

PREMESSA NECESSARIA


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All’autore Piero Pistoia non importa che suoi scritti vengano ricopiati o trasferiti in qualche modo – la Cultura deve essere partecipata! – (naturalmente senza modificare nulla nel blog!) – ma a lui sembra morale e necessario che sia chiaramente riportato con gli scritti, esplicito, il nome e cognome di chi ha fatto tutto il lavoro creativo!

Per 1) descrizione di questa funzione e per 2) esempi di applicazione del periodogramma, gli interessati possono leggere in questo blog svariati listati in diversi post, relativi a questa funzione e alla analisi di dati sperimentali (punto 1 e punto 2), sempre a nome dello stesso autore Piero Pistoia, anche se in quel particolare listato, di questa funzione, il nome non vi appare!

INQUINAMENTO DA GAS SOLFOROSI: principali cause ed effetti collaterali sulla salute; scritto del dott. Sergio Landini. A cura del dott. Piero Pistoia

A Francesco Giovanni Bissoli è piaciuto il seguente articolo; si ringrazia.

PREMESSA

di Piero Pistoia

Cenno alla strana unità di concentrazione ppm priva di unità di misura (ppm=sigla per parte per milione)

Riuscire a intuire come sia possibile ridurre una misura di concentrazione standard ad una specie di concentrazione senza unità di misura, viene facilitato dall^uso del sistema metrico decimale: così se un milligrammo è un millesimo di grammo e grammo è a sua volta un millesimo di chilogrammo, ne consegue che un milligrammo è un milionesimo di chilogrammo (1000*1000 =un milione). In altri termini piu^ verbali, un milligrammo è una parte di un milione di parti tutte uguali costituenti un chilogrammo, cioè una misurazione può avere un valore espresso in una parte per (o su o di) milione di parti uguale a lei (come un milligrammo per ogni chilogrammo: 1ppm=1mg/Kg ovvero 1ppm=1mg/10^6mg). Come si vede mg si semplifica e ppm è privo di marca (grandezza adimensionata)

Questa sigla ppm si usa per misurare basse concentrazioni di un elemento chimico o di una sostanza presente in un^altra sostanza, sciolta o dispersa, che la contiene, e ci indica quanti milligrammi della sostanza contenuta sono presenti in ogni Kg o m^3 del contenitore (per es. acqua, aria, crosta terrestre, e altre sostanze che contengono la sostanza in studio).

Esempio

Ammettiamo si voglia ottenere in ppm la concentrazione di acido solfidrico in aria; si dovrà imparare come trasformare 1 m g/m3 = 1 10-6 g/m3, in ppm : a) Prima si deve trovare il numero di grammi-molecole contenute in 1  m g, dividendolo per il peso molecolare in g dell’H2 S [10-6g/ PM-H2S in g]; b) Si moltiplica questo numero di molecole per 22.41 litri (0° e 1 atm: condizioni standard) che è il volume di una grammi-molecola, ottenendo il volume di tutte queste moli espresso in litri [10-6 g/(34 g) *22.41 litri]; c) Questo risultato lo dividiamo per 1000 litri (che corrisponde ad un 1 m3). Con il passaggio c) il risultato voluto è che 1mg m3 = 0.659 litri/(106*103 litri) = 0,659*(10-3) litri su 106 litri =0.659*10-3 ppm.

Segue in pdf il calcolo a mano dell^esempio:

cvd

Seguendo i suggerimenti del blocco precedente è possibile calcolare anche il ppm per le concentrazioni di O3 e SO2 seguenti:

Controllare anche il seguente conto:

Da continuare…e controllare

Per vedere l^articolo in pdf cliccare su:

BIBLIOGRAFIA

UN PRESEPE NON CONFORME, perché acquista significato dal concetto di RISONANZA MORFICA, che è ancora in fase di ricerca e sperimentazione al margine delle accademie (con breve argomentazione di Pier Francesco Bianchi a sostegno di questo scritto); di Piero Pistoia

In fondo una breve riflessione dell’Amministratore

Nella mia sala, più o meno ordinati, ci sono sassi, geodi con cristalli (calcedoni, quarzi, magnesiti),  fossili, sculture che potrebbero somigliare ad “idoli”….insomma “oggetti” del creato e anche, se indirettamente, degli umani, che, secondo la mia intenzione, potrebbero rimandare nel complesso a tutte le “cose” che esistono nel cosmo. Reinterpretando questi oggetti, in nome anche della tolleranza generalizzata di pensiero emanata dalla globalizzazione, ho pensato di progettare un piccolo Presepe descritto sotto.

DIDASCALIA-Foto di un frammento di una parte del presepe che, nella mia intenzione, dovrebbe “simulare” tutte le “cose” dei pluri-Universi, che guardano curiose, attonite e perplesse alla parte umana del presepe, situata davanti, che si articola intorno alla capanna dell’EVENTO SACRO di cui è assente
la foto. In prima fila si notano i fossili del grande riccio (Echinide) pliocenico, CLYPEASTER pentagonum, dietro, geodi di calcedonio, opale, quarzo e magnesite e specie di idoli vari scolpiti in pietra arenaria e legno da umani, e dalla Natura (i sassi mammellonati)……….

“Il verbo era nel principio ed il Verbo era in Dio.

Dio era il Verbo. Questo nel principio era Dio.

Ogni cosa fu creata per suo mezzo e

senza di Lui nulla fu fatto di ciò

che è stato creato”

(Vangelo secondo San Giovanni, fine I° secolo)

“Il Tao genera uno,

uno genera due,

due genera tre,

tre genera tutte le cose”

(Laotzu oltre 4000 ante Cristum natum)

La Creazione ha in sé il potere, accompagnato dal Dio (al di fuori del tempo; tag: Freccia del Tempo), di diversificare, di moltiplicare, evolvere dal semplice al complesso, al molteplice, e questi contenuti si ritrovano indipendentemente, in quasi tutte le cosmologie antiche e in quasi tutti i miti della Creazione in ogni tempo ed in ogni luogo (in ogni particella della Creazione!)

Chi volesse leggere di piu^ sul concetto, in via di precisazione, di “Risonanza Morfica”, da questo sito (ilsillabario2013.wordpress.com) può cercare con il tag, per es., Risonanza Morfica o Sermonti.

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Su questo postulato ho ricevuto una mail il giorno 02-02-2021 da parte del dott. Pier Francesco Bianchi (amministratore del blog) che qui riportiamo:

Caro Piero,

ho riflettuto su quello che hai scritto e sul postulato che hai messo alla base del presepio che hai fatto per Natale. Queste particelle di un oggetto animato o inanimato, se al minimo cambiamento, emettono una vibrazione o un’onda che si propaga nell’Universo, certamente il Progettatore di esso le percepirà e le comprenderà. Certamente però il Creatore non ha influenza su questi cambiamenti, altrimenti non si spiegherebbero tanti avvenimenti che accadono sulla terra. Però una volta che il Creatore ha percepito questo, non è dato di capire che cosa farà di questa sua percezione. [Certamente avrà il modo di registrarla nella sua infinita memoria; N.d.A.] . Quindi comunque queste particelle saranno in certa misura in contatto con il Creatore e pertanto in questa luce ha senso fare partecipe questi oggetti alla nascita del Figlio di Lui. Questo è quello che penso; non so se ho centrato la tua argomentazione.

Da pfBianchi@ hotmail.com

N.B. E’ opinione dell’autore di questo post che il rapporto fra il Creatore architetto e la sua ‘creatura’ non si limiti alla sfera morale! Questa interpretazione molto limitativa sembra dipendere dalla situazione storica con i relativi interessi emergenti degli umani. Se non vogliamo che l’atto creativo sia opera di magia, indebolendo la credibilità e la figura del Creatore, è necessario pensare ad una sua applicazione di numerosissime e potenti leggi razionali (o forse anche non, da noi impensabili) conosciute e sconosciute (ancora da scoprire, forse e lo speriamo, nelle ombre della meccanica quantistica-relativistica) nella sfera della FISICA-MATEMATICA la cui emergenza, dopo sette giorni (o quanti furono!), si rivelò essere l’intero Universo capace di evolvere, non ancora completamente mappato!

MECCANICA RELATIVISTICA del dott. prof. Giorgio Cellai

Post in via di costruzione…

Per vedere  gli articoli del prof. Cellai in successione, cliccare sotto:

Cinematica rel. 1,2. pdf

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Tre applicazioni del concetto di tempo proprio dell’articolo precedente:

rel. 2.2-cinematica-prof. Cellai.pdf

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Cenni di dinamica relativistica-Il sillabario

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DIO ESISTE? ALCUNE RIFLESSIONI SUL TEMA; del dott. prof. Francesco Gherardini

In via di costruzione…

Per leggere le riflessioni in pdf del dott. F. Gherardini cliccare sotto:

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Altrimenti:

Dio esiste ? Alcune riflessioni sul tema

del dott. Francesco Gherardini

In generale si mescolano tra loro due questioni che dovrebbero restare distinte: la nascita e lo sviluppo delle Religioni da un lato e l’Esistenza di DIO dall’altro.

Il primo argomento è stato abbondantemente indagato e squadernato da un punto di vista storico, filosofico e psicologico. Pare ormai chiaro che l’atteggiamento religioso sia connaturato con la stessa condizione umana e che abbia come scaturigine il sentimento della “meraviglia”. Dante vi fa riferimento nel Convivio, in Monarchia e nella Quaestio de aqua et de terra. Il nostro sommo poeta ricorda come Aristotele colleghi (nella Metafisica) meraviglia e conoscenza all’interno di un medesimo stato emotivo, generato dall’ignoranza di fronte a ciò di cui non si conosce la causa ; si tratta di una situazione che stimola ad indagare e quindi a conoscere, di una spinta conoscitiva/emotiva , generata dall’impatto con fenomeni naturali straordinari e dalla volontà/necessità di ricercarne le cause. Curiosità e paura insieme. Tutto il processo parte da un complesso di stati emozionali dominati dallo sbigottimento, da un timore simile a quello artificialmente prodotto nella Tragedia (cfr.Aristotele,l a Poetica) per suscitare pietà e paura negli spettatori.

E’ indiscutibile il fatto che l’uomo sia (nonostante tutti gli sforzi sovrumani fatti nei secoli per elevarlo dal suo stato naturale ) un primate, plantigrado come gli Orsi, le Faine o i Procioni, pentadattilo col pollice opponibile e con gli emisferi cerebrali ben sviluppati come le Scimmie. Potremmo ricorrere all’etologia per approfondire, ma credo che sia già sufficientemente chiaro che per questi mammiferi, come noi del resto, la paura è “un’emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo, che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo oppure prodotta dalla fantasia” (Umberto Galimberti). Dunque fin dalla comparsa dell’essere umano sulla Terra duecentocinquantamila anni fa- ma secondo altri archeologi cinquecentomila anni fa – di fronte all’ ignoto l’uomo ha sviluppato questo sentimento composito della meraviglia, dove la paura predomina, ed ha cercato , consapevole della sua inferiorità, di resistere, contrattaccare, infine ingraziarsi lo sconosciuto avversario fino a trasformarlo in protettore. Ha esercitato soprattutto la fantasia e ha popolato il mondo che lo circondava di un numero infinito di esseri immaginati, pensati, mai visti, spesso a somiglianza degli animali o sua propria, collegati alle forze della natura, visibili e invisibili ai nostri sensi, ricchi degli stessi sentimenti contraddittori, odio e amore, pregi e difetti, vizi e virtù.

Il rapporto dell’uomo con questi esseri (RELIGIO= vincolo che lega) si è sviluppato in modalità diverse da un popolo all’altro con atteggiamenti estremi , ora di un’incommensurabile generosità altruista fino al sacrificio della vita ora invece con manifestazioni di inaudita ferocia ( basti pensare ai sacrifici umani o alle cosiddette guerre sante) o più spesso in altri casi con riti scenograficamente perfetti, creati per incutere timore verso la divinità, ammirazione e rispetto per le persone che facevano da tramite (pontifex) e con liturgie che si sono protratte e tramandate nei secoli, passando da una religione all’altra. Le religioni per altro hanno dato anche ampio spazio alla fantasia, all’immaginazione, alle arti e hanno offerto l’illusione di aver compreso una volta per tutte per quale motivo, fine o scopo, l’uomo si trovi sulla Terra. Non hanno voluto rassegnarsi alla semplice constatazione che ci siamo e basta, come miliardi di altri esseri viventi : senza alcuno scopo, come accade dai virus alle mucche, dalle mosche ai criceti. Anche noi esseri umani nasciamo, viviamo, moriamo e basta. “ E’ una triste speranza quella di credere di essere costituiti da una qualche fumosa sostanza immateriale che resti viva dopo la morte […] una prospettiva implausibile e agghiacciante” (Carlo Rovelli ,Helgoland). Recita il coro delle Troiane di Seneca: “ Verum est an timidos fabula decipit /umbras corporibus vivere conditis?”. Una pietosa favola quella dell’anima immortale per consolare i pavidi (timidos), che non si rassegnano al nulla eterno.

Possiamo rileggere Feuerbach per capire meglio i meccanismi della proiezione che hanno portato l’uomo a costruirsi gli Dei oppure semplicemente pensare a quale punto è arrivato l’antropomorfismo religioso dagli Egizi fino a noi oppure riflettere sul fatto che già i Greci in fondo consideravano poco potenti gli Dei, ben poca cosa di fronte al Fato, di cui dicevano tutto senza realmente sapere niente.

Nel mondo contemporaneo si manifestano migliaia di indirizzi religiosi diversi che condizionano pesantemente i vari popoli. Noi , volenti o nolenti, siamo intrisi di cristianesimo/cattolicesimo ; una religione piena di dogmi, di misteri imperscrutabili, di vicende poco verosimili, mariolatrica nella versione del cattolicesimo, piena di miracoli e di santi che ci propone l’idea di un Dio unico, onnipotente e onnisciente, creatore dell’Universo e ovviamente anche dell’Uomo, straordinariamente misericordioso, sempre pronto ad aiutarci se invocato e capace di perdonare anche gli errori più gravi al punto che ormai molti teologi propongono come vuoto anche l’Inferno. Si tratta di un Dio difficile da pensare e da raffigurare, Pater Noster, ma anche Madre amorevole nella versione di Giovanni Paolo I, al quale è stato affiancato il Volto di un essere umano straordinario in carne e ossa, disposto a sopportare patimenti atroci pur di salvare l’Umanità dal “peccato” ossia dalla sua barbarie e dalle sue nefandezze perpetrate su questa Terra; una Parola (verbum) e un volto vero per una figura, quella di Dio, altrimenti inimmaginabile e incommensurabile; già Aristotele aveva capito che immaginiamo solo ciò che abbiamo già visto e che non possiamo figurarci l’Infinito.

Come non accennare al fatto che Baruch Spinoza pose perfino il tema della materialità di Dio (come può un essere perfettissimo non avere anche questo attributo? Deus sive Natura) e non pensare a quali difficoltà incontra un simile pensiero tanto più oggi che sappiamo che l’Universo è infinitamente grande con miliardi di galassie che hanno miliardi di stelle con miliardi di pianeti? Come dovrebbe essere questo Grande Architetto dell’Universo (per dirla con terminologia massonica) che ha creato il tutto più di tredici miliardi di anni fa (Big Bang)? E avrebbe fatto tutto questo per noi? Per vederci all’opera? E avrebbe fatto morire tra atroci sofferenze il suo figlio unigenito per liberarci “a Malo” ?

C’è voluto un bel po’ di tempo a veder e sprigionare quella scienza , che con grandi difficoltà e piccoli passi, con errori e contraddizioni, oggi è capace di affrontare realisticamente le difficoltà e i mali che attanagliano la vita umana ; finalmente a partire dall’Illuminismo (Aufklarung) si è generato un atteggiamento ben diverso dall’attesa messianica e dall’abbandono fideistico. Ci sono dei versi commoventi di Lucrezio che richiamano la tragedia di Ifigenia ed elogiano Epicuro: Humana ante oculos foede cum vita iaceret/in terris, oppressa gravi sub religione/quae caput a caeli regioni bus ostendebat/horribili super aspectu mortali bus instans,/primum Graius homo mortalis tollere contra/est oculos ausus primusque obsistere contra;/ quem neque fama deum nec fulmina nec minitanti/ murmure compressit caelum, sed eo magis acrem/inritat animi virtutem , ecfringere ut arta/naturae primus portarum claustra cupiret. Lucrezio esalta Epicuro che per primo da umile mortale ha osato sfidare così grandi potenze e spezzare i serrami che impedivano di conoscere realmente la Natura.

Le religioni , anche la nostra, si sono manifestate spesso con un volto orrendo, quando e perché sono diventate strumento di governo e di potere ; si resta sgomenti quando di pensa alle esperienze del passato alla notte di San Bartolomeo o alla Crociata contro gli Albigesi; ci si sente ancora peggio pensando che dopo tanti secoli nel nostro mondo contemporaneo dobbiamo fare i conti con la Jihad islamica o assistere agli orrendi massacri dell’ISIS oppure nell’Europa del relativo benessere alla pulizia etnica in Bosnia o alla recentissima guerra caucasica tra Armeni e Azeri, condita anche da contrapposizioni religiose. Ma come in tutte le vicende e le manifestazioni umane per fortuna c’è anche il risvolto della medaglia, c’è chi in nome della propria fede religiosa compie azioni mirabili; per fermarci all’oggi possiamo citare l’abnegazione e il coraggio dei missionari, la figura di Madre Teresa, il lavoro della Caritas, ma anche di tanti numerosi sconosciuti che operano il bene disinteressatamente per amore, volendo imitare l’esempio di Gesù fino a congiungersi spiritualmente con lui ( fin dal XIV secolo Tommaso da Kempis De imitatione Christi, il monaco benedettino dà precetti per la vita interiore e per la pratica quotidiana delle virtù cristiane).

Certo la Scienza dura una grande fatica nel prospettarci che cosa sia realmente il Mondo e quale ruolo possano svolgere gli esseri umani verso se stessi e verso l’ambiente, flora e fauna, che li accoglie. Oggi ne sappiamo troppo e contemporaneamente troppo poco. La Fisica ci sconvolge al punto che non sappiamo più come rappresentarci l’universo e le forze che lo governano. E’ facile accettare l’idea shopenaueriana del Velo di Maja, il fatto che l’uomo vede il mondo non com’è, ma come desidera che sia. Quel mondo che noi crediamo di conoscere con le persone, gli animali , le piante e le cose, quello pensato dal materialismo semplicistico è già stato abbondantemente stracciato dalle teorie di Einstein e ancora di più da quella di Werner Heisenberg, la teoria dei quanti; siamo fatti di elettroni e di protoni, attraversati continuamente da neutrini e la materia è rimpiazzata da fantasmatiche onde di probabilità (Carlo Rovelli) , per non parlare della materia oscura e dei buchi neri e dei miliardi di galassie che corrono a velocità spropositata non si sa dove. Il mistero si infittisce, ma non ci sono alternative alla ricerca e al progresso scientifico, per stare tranquilli (e illuderci ) non è che possiamo tornare alle teorie creazioniste come accade in diversi stati americani e bandire Charles Darwin. Oppure pensare come l’arcivescovo Berkeley che è tutto un sogno, l’anteprima di un Truman show, che al momento della nostra morte ci sarà svelato da Dio.

La nostra religione a differenza di altre è nata dalla ricerca della solidarietà e dell’amore erga omnes, dalla speranza che tutto possa cambiare in meglio ( Sermone della Montagna) ; in fondo è bello immaginare che un uomo sia la parola di Dio incarnata (Verbum caro factum est ). A questo punto la questione si sposta sull’esistenza reale di questo unico Dio e si scioglie da sé.

Per san Tommaso non può esserci contraddizione tra Ragione e Fede, la Fede afferma sempre la verità, se non concordano, ha torto la Ragione. Non mi pare una premessa molto democratica! San Tommaso propone cinque strade che portano alla certezza dell’esistenza di Dio (ex motu, ex causa, ex possibili et necessario,ex fine, ex gradu), in realtà conducono tutte semplicemente ad affermare l’esistenza dell’Idea di Dio, che nessuno nega. Teniamoci piuttosto a Kant e alla sua conclusione ovvero che non si può né affermare né negare l’esistenza di Dio, una cosa ben diversa e più fruttuosa è credere all’esistenza storica di Cristo e osservare convintamente i valori che ci ha indicato.

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BREVI APPUNTI PROPEDEUTICI PER UNA LEZIONE SULL’IPOTESI “CAUSA DELLA FORMA (causa formalis)” ENUCLEATI DALLA LETTURA DELL’ARTICOLO “LA RISONANZA MORFICA”; dell’accademico Giuseppe Sermonti e pubblicato nella rivista ABSTRACTA N.41 ottobre 1989; (La forma di un qualsiasi vivente viene trasmessa secondo le leggi genetiche conosciute? o come!); a cura del dott. Piero Pistoia

Post in via di costruzione… ‘  ù

Ringraziamo Autori e Redazioni se ci permetteranno di mantenere su questo blog, che è senza alcun fine di lucro e completamente auto-finanziato il cui unico scopo è la comunicazione culturale, i successivi interventi. Questo blog, per sua scelta, non riceve alcun contributo sociale o di altra natura. Altrimenti, avvertiti alla mail dell’Editore del blog, ao123456789vz@libero.it, li sopprimeremo.

[N. B. Nel corsivo sono riportati frammenti del prof. Sermonti]

Per leggere questi appunti da Sermonti cliccare sotto:

risonanza-morfica in odt

risonanza-morfica1 in pdf

N.B. – Gli interessati possono continuare a leggere in che modo questo pensiero, ora ipotetico, della “risonanza morfica”, sembra che possa evolvere nel tempo, attraverso concetti ed escamotage quantistici, verso la costruzione di una teoria, come riportato, esempio fra altri, nell‘articolo del biologo molecolare W. Brown “Risonanza Morfica e Biologia Quantistica” nella rivista pubblicata da Nexusedizioni (info@nexusedizioni.it), N. 97, del 13/4/ 2017.

 

FILOSOFIA: LE PROVE DELLA ESISTENZA DI DIO ed altro; del dott. prof. Giacomo Brunetti; post aperto ad altri interventi.

POST IN VIA DI COSTRUZIONE …… da integrare o aggiungere altri scritti

Per leggere in .odt  cliccare sul link::

DIO_esiste

Ovvero:

DIO ESISTE?

Dice Hermann Hesse che la saggezza che un dotto tenta di comunicare ad altri ha sempre un suono, di pazzia. Non ho certo la pretesa di comunicare saggezza, né tanto meno di essere un dotto, ma può darsi che quanto dico acquisti, comunque, un suono di pazzia. L’interrogativo sull’esistenza di Dio ha sempre turbato la mente dell’uomo e sembra pressoché impossibile che una civiltà, anche la più primitiva, non si formi l’idea di qualche forza superiore che sovrintende alle azioni e alle cose. E non è certo un’idea da poco, poiché per quanto indicibile, talvolta indimostrabile, addirittura impensabile ed inimmaginabile, ha comunque e sempre fino ai nostri giorni, provocato lotte e persecuzioni che hanno disseminato la terra, nelle varie epoche storiche, di centinaia di migliaia di morti. Non vorrei sembrare blasfemo, ma l’idea e la conseguente credenza in un Essere Superiore, ha provocato morti e guerre più di ogni altra causa scatenante, dalla guerra di Troia in poi. Resta il fatto che un essere pensante e auto-cosciente, quale l’uomo è, così come oggi lo conosciamo, ha bisogno di un essere che gli stia al di sopra. Che poi questa entità acquisti una aristotelica conformazione di “motore immobile” che tutto muove senza muoversi, o si esprima attraverso le forze, talvolta distruttrici, della natura, questo non importa. L’importante è che qualcosa ci sia. Indubbiamente l’umanità ha paura di essere solo in mezzo ad un universo pressoché buio, un po’ come un bambino che piange se resta solo in una stanza senza illuminazione. La paura di questa piccola creatura è probabilmente il riscontro atavico di un “paura cosmica” che ha pervaso l’essere pensante ed auto-cosciente fin dalla sua formazione. Fatto sta che l’idea di una divinità ha toccato da sempre in innumerevoli forme le coscienze (o l’auto-coscienza) dell’uomo.

Con il progredire del pensiero l’uomo ha sempre più maturato l’idea della divinità fino a darne vere e proprie dimostrazioni, non solo spirituali (ammesso che di dimostrazioni si possa parlare), ma perfino logiche. Tra le più importanti che hanno caratterizzato il pensiero occidentale cristiano voglio ricordare la prova ontologica della esistenza di Dio, che risale al Proslogio (1077-78) di Anselmo d’Aosta. Secondo questa dimostrazione Dio è l’”ens realissimum”. Voglio, infine ricordare una prova ancora più antica, quella “fisico-teologica”, sostenuta anche da San Paolo, nella “Lettera ai Romani” (1,200) e, nel Medio Evo, da Tommaso d’Aquino. Secondo questa prova, di fronte all’ordine che vediamo nel mondo dobbiamo necessariamente ammettere una intelligenza ordinatrice. Ho citato queste prove come più o meno ce le presenta kant nella sua “Critica della Ragion Pura”. Analizziamo ora come egli le confuta. Intanto va detto che Kant riduce in ultimo le altre due prove a quella ontologica, farò pertanto vedere solo come egli confuta quest’ultima. Secondo Anselmo è contraddittorio pensare a Dio come l’ente assolutamente sommo e negarne poi l’esistenza. Un ente sommo dotato di esistenza rappresenterebbe infatti un aumento a paragone di un ente sommo che l’esistenza non ce l’ha. Ma l’ente assolutamente sommo non ammette per definizione, alcun aumento pertanto deve avere anche l’esistenza. Kant mostra come l’errore non si annida nell’idea di Dio, ma nella ipotesi che l’esistenza sia una perfezione e quindi una proprietà positiva. Kant pone l’accento sui diversi significati di “è” e dice che in “Dio è”, se intendiamo “è” come esistenza, esso è sì un predicato grammaticale (logico), ma non un predicato reale. “Essere” non è un predicato reale. Secondo la tavola delle categorie che lo stesso Kant ci fornisce, la realtà è una categoria della Qualità ed indica il contenuto “oggettivo” della cosa. Se l’argomento ontologico definisce Dio come ente perfettissimo, significa che ad esso non manca nessun contenuto oggettivo positivo. Questo è esatto dice Kant, ma l’esistenza non caratterizza alcuna qualità possibile, non contribuisce in niente al contenuto oggettivo della nozione di Dio. L’esistenza mi porta necessariamente oltre il semplice (puro) pensiero. Pertanto l’enunciato “Dio è”, se lo intendo come “Dio esiste” non è analitico, bensì sintetico. Ma poiché l’argomento ontologico si vuol porre al di fuori dell’ambito delle percezioni e delle esperienze e poiché non c’è altro modo, eccetto la percezione e l’esperienza, per conoscere l’esistenza di oggetti obbiettivi, esso si preclude da sé ogni criterio di esistenza. Attenzione però a credere che Kant neghi con questo l’esistenza di Dio. Egli si pone piuttosto sia contro una “teologia speculativa” sia contro un “ateismo speculativo”. Dio può essere indagato solo secondo una teologia filosofica che si basa su leggi morali.

Ho voluto solo mostrare come da sempre l’uomo abbia impiegato molta energia a discutere, e perfino dimostrare l’esistenza di un Essere Supremo. L’idea di dio non ha mai cessato di interessare nemmeno gli scienziati. Il mondo della scienza con sorti alterne, si è sempre cimentato in questo campo “metafisico” (o si dovrebbe dire “meta-scientifico”) e gli scienziati si sono sempre dichiarati più o meno apertamente credenti, non credenti a chi sa cosa. La scienza contemporanea sembra aver riscoperto improvvisamente la dimensione mistica della esistenza e molti sono gli scienziati che vedono nelle loro scoperte una qualche prova di Dio. La scorsa primavera George Smoot, un astrofisico americano, ha aggiunto una curiosa postilla alla presentazione di alcune sue nuove scoperte: le ha consacrate! Avendo scoperto delle piccole, ma costanti fluttuazioni nella “Radiazione cosmica di fondo” D echi, come egli crede, del Big Bang D ha dichiarato che per chi è religioso, questo “è come guardare Dio”! La scelta di Smoot ha spinto molte persone a rientrare in quella categoria di religiosi che cercano un appoggio nella scienza. Molti scienziati stanno prendendo in considerazione la probabilità che ci sia una una legge fisica di base che aspetta di essere scoperta, una legge che definisce le circostanze sotto le quali sistemi forniti di energia si strutturano in maniera più complessa. Una complessità sempre crescente che porta fino ad un essere pensante ed auto-cosciente. Charles H. Bennett, dell IBMs Thomas J.Watson Research Center, sospetta che ci sia una legge che, se conosciuta, renda l’origine della vita meno sconcertante. Una tale legge, dice, rivestirebbe un ruolo “già assegnato a Dio”. Da ciò si può sicuramente arguire che un universo pensato come “predisposto” a creare la vita porti a considerare la possibilità di un disegno divino, in accordo con la “prova fisico-teologica” (indipendentemente dalla critica kantiana). Il fisico Paul Davis pensando ad un universo e ad una legge di tale sorta ritiene che ciò rappresenti un efficace prova che ci sia “qualcosa che accade” (something going on) dietro a tutto. Nel contesto della affermazione di Davis “to go on” può essere interpretato anche come “divenire”, pertanto possiamo tradurre “qualcosa che diviene”. Alla luce di questa interpretazione, se si pensa come è stato detto, che “Yhwh”, il nome biblico di Dio, è la forma causativa all’imperfetto del verbo “Hawah”, che significa appunto “divenire”, si può facilmente notare un interessante corrispondenza. E’ stato chiesto allo scrittore e scienziato americano Michael Crichton se gli scienziati stanno riscoprendo Dio ed egli ha risposto che “nella scienza è sempre necessario guardare a ciò di cui non si è discusso”, concludendo che secondo lui “il posto di Dio è nelle domande che non hanno senso per la scienza

Da tutto questo panorama si evince un assunto al quale anche io, per quanto strano possa sembrare dato il suono talora ”pazzo” delle mie affermazioni, mi attengo fermamente: teorema della scienza moderna, dopo almeno 3000 anni di voli filosofici, è che è necessario sostenere una fede religiosa, per quanto agnostica sia, e che non è assolutamente possibile dichiararsi atei. Se si ammette che non si può scrutare dietro la tenda, come si può essere sicuri che là non ci sia niente?

Dott. Prof. GIACOMO BRUNETTI

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Aristotele “Metafisica”, in Opere , Laterza 1992

  • Hermann Esse “Siddharta”, Adelphi, 1991

  • Otfried Hoffe “Immanuel Kant”, Il Mulino, 1986

  • Immanuel Kant ”Critica della Ragio Pura”, UTET, 1986

  • Renato Caldon “Gli uomini sbagliano”, La Spalletta, gennaio 1993

  • Robert Wright “Science, God and man, Time”, Time, 4 gennaio, 1993

  • Ricerca pura senza paura”, intervista con Michael Crichton, Panorama, 10 gennaio1993

    Una versione fu pubblicata ne “La Spalletta”  di Volterra (23-01-1993)