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Ricordo del dott. prof. Giacomo Brunetti in memoria del prof. Renato Bacci in odt:
E’ con costernazione e rammarico che apprendo la notizia della scomparsa di Renato Bacci, che mi colpisce potente e improvvisa come un temporale d’Agosto.
Renato Bacci, il professor Renato Bacci, è stato il mio insegnante di greco e latino e poi, una volta passato dall’altra parte della “barricata”, il mio diretto superiore, il Preside.
Una guida, insomma.
E così lo voglio ricordare.
Una persona dotata di un’ironia e di un’auto-ironia con le quali sapeva insaporire ogni variante della sua persona, ogni ruolo che era chiamato a svolgere.
Il suo, e oggi me ne rendo conto con una consapevolezza che solo il passare degli anni rende possibile, era uno dei modi più efficaci di far arrivare un messaggio, di raccontare qualcosa: di insegnare. A lezione noi ascoltavamo, ridevamo, qualche volta si tremava anche, ma il più delle volte era un piacere stare, come si diceva, “col Bacci”. Con lui che sapeva improvvisare la metrica dei cori delle tragedie!;che aveva sempre pronte la traduzione ufficiale e tutte le sue varianti dei classici delle nostre lingue antenate.
Renato Bacci sapeva tramandare il bello della conoscenza, facendo quasi scomparire la fatica necessaria a raggiungerlo. Come dice il poeta nel X del Paradiso:
Or ti riman, lettor, sovra ‘l tuo banco,
dietro pensando a ciò che si preliba,
s’esser vuoi lieto assai prima che stanco.
Grazie Renato!
Giacomo Brunetti
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“Quando il giardino della memoria inizia a inaridire,
si accudiscono le ultime piante e le ultime rose rimaste
con un affetto ancora maggiore.
Per non farle avvizzire, le bagno e le accarezzo
dalla mattina alla sera:
ricordo, ricordo, in modo da non dimenticare”
Orhan Pamuk
Questo bellissima citazione dello scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, apre l’ultimo libro del prof. Renato Bacci, che ci ha lasciati lo scorso 13 Agosto dopo un lungo periodo di malattia. L’opera dal titolo “Attenti ai piccioni”, arricchita dalle foto di Damiano Dainelli, ripercorre la vita dell’autore negli anni ’50 – ’60 del secolo scorso, strettamente intrecciata con la vita della città di Volterra, sullo sfondo degli eventi storico-sociali di quegli anni: una testimonianza di un legame profondo che il prof. Bacci ha sempre sentito con la sua città, di un forte e appassionato impegno civile, mai venuto meno nella sua vita, di attenzione alle persone che abitavano la città e la contraddistinguevano, di rapporti di amicizia vissuti intensamente. Il libro è testimonianza degli interessi e delle passioni di un giovane fino agli studi universitari che hanno coinciso con gli eventi del ’68: questo è stato il terreno su cui si è formato l’adulto che ha fatto dei propri interessi la vita di ogni giorno.
L’impegno civile si è concretizzato in una mai interrotta attività politica e culturale nell’amministrazione comunale di Volterra come assessore, nel Museo “Guarnacci”, nell’”Accademia dei Sepolti”, nella ASP “Santa Chiara” e in molte altre realtà della città. La passione per lo studio del mondo classico è stata alla base della sua attività di insegnante di Greco e Latino che si è svolta nel Liceo Classico “G. Carducci” di Volterra e poi il suo impegno di Preside: i suoi ex studenti ricordano la passione per le discipline che insegnava, la profonda competenza, l’ autorevolezza, ma soprattutto l’attenzione allo sviluppo del pensiero critico nei ragazzi e nei giovani, il dialogo ed il confronto con loro sui temi di attualità, con profondo rispetto della loro personalità e delle loro idee. La medesima passione e la consapevolezza del valore profondo della cultura classica per il cittadino di oggi hanno animato fortemente l’ ininterrotta battaglia per il mantenimento del Liceo Classico a Volterra. L’attività di insegnante e di uomo politico è stata sempre affiancata da uno studio continuo che si è espresso in numerose pubblicazioni.
Molti suoi studenti sono poi divenuti amici nella vita: lo testimoniano gli incontri conviviali nella sua casa con ex studenti e colleghi di varie generazioni. I profondi rapporti che il prof. Bacci ha intessuto nel tempo sono risultati evidenti nell’incontro per l’ultimo saluto, venerdì 16 Agosto in piazza XX Settembre a Volterra: ex studenti e colleghi, persone degli ambiti politico e culturale, semplici cittadini si sono stretti intorno alla famiglia, uniti al Sindaco, Giacomo Santi, che ha portato l’ abbraccio affettuoso dell’intera comunità cittadina. Oltre al Sindaco, hanno ricordato i tratti distintivi della sua personalità e del suo impegno politico-culturale, l’ex sindaco di Volterra, Marco Buselli, e Giovanni Salvini – due suoi ex studenti divenuti poi amici – Piero Fiumi, Eleonora Raspi, ex assessore all’Istruzione e alla Cultura.
L’intenso legame con Volterra che anima l’ultimo libro del prof. Bacci, trova una sintesi significativa nelle pagine finali: ”Tante volte ho pensato di andarmene e per brevi periodi l’ho pure fatto, ma poi non ce la fai a scappare, né lo senti giusto: Volterra ti sta nel sangue con valori più alti di quelli del colesterolo o del diabete nei vecchi. Volterra non è dannunziana città di vento e di macigno come si tende a rappresentarla, è leopardiana: è quiete dopo la tempesta, è struggente naufragare nell’infinito dell’idillio, è il ricordo potente di vaghe stelle che sono sempre lì a rammentarti chi sei e chi non sei riuscito ad essere”. Vogliamo ricordare Renato con queste parole che interpretano ed esprimono il sentire di molte persone che vivono in questa città.
Nara Pistolesi
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Per leggere sul blog gli articoli del prof. Renato Bacci cercarli con il suo nome. Altri interventi erano in programmazione, sugli Etruschi, ancora sulla linguistica applicata, sul mondo greco e romano, ecc., ma purtroppo si sono ‘volatilizzati’ con Lui.
DA CONTINUARE….