“PRECISAZIONE PERSONALE, DIDATTICA-CULTURALE-FORMATIVA, SU COME PUO’ PROCEDERE UNA RICERCA SCIENTIFICA”; premessa epistemologica ad un esempio ipotetico-corroborativo allegato, esteso ed articolato, a svariate voci qualificate (Luigi Bagagli, Massimo Magni, Piero Pistoia ed altri); a cura del dott. Piero Pistoia

PREMESSA

COMUNICAZIONE DIDATTICA-CULTURALE A TAGLIO EPISTEMOLOGICO SU COME PUO’ PROCEDERE UNA RICERCA SCIENTIFICA IN PARTICOLARE IN AMBITI SCOLASTICI (con un ESEMPIO ESPLICATIVO a più voci, tramite link interno al blog, al termine della seguente precisazione);

Abbiamo voluto dare a questo breve intervento epistemologico e, almeno nella nostra intenzione, un taglio didattico-culturale o se vogliamo di media divulgazione. Secondo noi la comunicazione culturale di questo tipo ha il dovere di guidare il lettore attraverso tutte le fasi della scoperta caricando il processo delle emozioni umane che di fatto si susseguono nell’attività di ricerca reale, anche se di questa umanità poi si perde traccia nella stessa stesura asettica del lavoro scientifico rivolto ai ricercatori per i ricercatori. L’articolo scientifico infatti, afferma Dario Antiseri, (per leggere ancora su questo epistemologo, cliccare sul tag del suo nome nel blog), è una frode, non rappresenta cioè il reale percorso denso di ostacoli, di delusioni, di ipotesi false e tormenti, ma anche di gioie nel successo e quindi ricco di umanità e educativamente pregnante. Purtroppo poi la stessa frode viene regolarmente calata nei processi di comunicazione didattico-culturale o divulgazione a tutti i livelli, aspetto ben più grave perché interessa la sfera educativa e il pensiero dei giovani. Basta ascoltare i semplici e chiari raccontini sulla scienza dei grandi divulgatori sui mass media, ripuliti di tutti i punti interrogativi, fondati tutti su un’unica ipotesi, spesso neppure esplicitata, che poi ineluttabilmente risulterà ‘vera’, come dicono loro. Il filosofo Campanella affermava che “Rerum natura cognoscere difficile quidem est, at modum cognoscendi longe difficilius”; infatti la comunicazione in discipline come, per es., la Fisica, la Matematica, la Chimica, la stessa Geologia, l’informatica…, presuppone per il fruitore la conoscenza di linguaggi specifici. Il nostro intervento invece è una successione di tentativi, idiosincrasie ed errori che procede e si ‘costruisce’ con la ricerca e con il pathos che la guida, in interazione continua fra teoria ed osservazione, aggiustando il tiro nell’andare. La nostra frontiera della scoperta e tutte le frontiere presentano le stesse caratteristiche qualitative. Infatti Il Terzo Mondo (o Mondo 3) di Karl Popper (per saperne di più cliccare sul tag del suo nome dal blog), il mondo platonico della Cultura umana, ha la frontiera densa di incastri a guisa di richiami possibili per processi e scoperte futuri, quasi che le nuove idee siano sollecitate dalla stessa cultura che acquisisce così vita autonoma. Ogni gruppo di ricerca partecipa ad una parte del Terzo Mondo con una propria frontiera. Anche il nostro ha il suo Terzo Mondo che, pur meno stringente e qualificato di altri nelle Accademie, possiede la sua frontiera della scoperta e spesso frontiera della riscoperta (nei processi comunicativi di cultura) meno densa di incastri di richiamo e quindi più densa di possibili percorsi non lineari e talora di ritorno. Si impedisce così che la scienza si riduca a racconto e mera narrazione ‘vera’, che ostacola la memorizzazione, elimina la storia, distorce il reale percorso del pensiero dei ricercatori e non insegna nulla. Una cosa però la insegna: ad avere certezze e eliminare il dubbio; ma qualcuno ha detto: chi possiede certezze tiene nascoste in una tasca anche le chiavi delle camere a gas! Da non dimenticare, infine, quello che diceva Charles Bukowski (anche se elemento, per altri versi, poco affidabile), riportato all’inizio di questo blog! “I citrulli sono pieni di certezze e gli intelligenti di dubbi”. In sintesi, secondo noi, non è tanto importante, nella comunicazione e divulgazione culturale, raggiungere l’obbiettivo o descrivere l’obbiettivo già raggiunto (o comunque non solo), quanto quello di studiare e approfondire il percorso, che è sempre ricco di sottigliezze culturali altrimenti non percepibili, emozioni e stimoli creativi e si apre continuamente al “non lineare”. Procederemo con questa convinzione cercando di formulare una successione di ipotesi-argomentazioni critiche- falsificazioni nuovi problemi (un metodo), utilizzando naturalmente gli strumenti razionali (base culturale) e di laboratori (quando disponibili), ma, quello che conta, rimane invariato ed è il metodo scientifico.

Anche In tutti i miei numerosi articoli di analisi statistica, alcuni riportati in questo blog, anche studi di migliaia di dati, sostenuti da numerosi programmi, da docente educatore e non da semplice tecnico, per me era importante e formativo specialmente il fare riflettere sugli svariati percorsi interni per raggiungere i risultati, per cui, le numerose linee dei programmi si alternavano, almeno ad altrettante riflessioni e commenti. Non era così importante il risultato quanto la formazione della mente ragionativa! Non si fa un programma sui dati a disposizione solo per scoprire qualcosa che non si sapeva! Concludiamo dicendo che questi miei post per l’analisi statistica insegnano a fare, nella nostra intenzione, per lo più, questo tipo di ricerca usando i diversi programmi statistici disponibili (QBasic, R, Wolfram, SPSS..)

N.B. Per chiarire meglio l’intervento iniziale, leggere, ancora in questo blog, un esempio interessante a più voci qualificate, fortemente articolato ed esteso e forse neppure conclusivo, cliccando, per es., il tag: “Strani coni nel Giardino di Riparbella”, in CERCA, dal sito ilsillabario2013.wordpress.com.

dott. Piero Pistoia

‘LA STORIA’, POESIA DI UN INTERESSANTE POETA EMERGENTE: lo studioso Raimondo Pistoia

LA STORIA

Gelidi venti accompagnano

riflessioni e gesta.

Antiche turbolenze si perdono

nelle tortuose vie delle

incomprensioni.

Da qui nascono le guerre.

Interminabili file di soldatini di

piombo si accompagnano alla

tua solitudine.

Ombre fuggenti si accalcano

alle uscite del pensiero.

Non puoi gridare, nessuno ti

ascolta.

Sei solo uomo, chiuso nelle

memorie che non ti

abbandonano.

E quando ad un tratto sembri

accasciarti alla resa, suona la

tromba il soldatino.

Imbracci l’arma e torni a

sparare.

Acre odore di fumo, si riempie

l’aria.

Carne bruciata intristisce le

terre.

Ora che tutto tace pensi,

seduto sulla terra della

conquista, al futuro prossimo

della tua umanità, QUELLA

dell’altro e stata sconfitta.

Corre lontano un altero

sguardo di sfida verso la

maligna natura.

Grandi turbolenze si scontrano

in aria e pare vogliano impedire

anche agli uccelli di volare.

Gelidi venti corrono le tortuose

vie del pensiero, lasciano i

segni di una antica solitudine.

Ma la storia parlerà.

Griderà a grande voce chi

furono i colpevoli

e chi furono gli innocenti.

Griderà i perenni diritti

dell’uomo

contro la perenne violenza dei

mostri.

Raimondo Pistoia