piero-pistoia-curriculumok (#)
POST DA RIVEDERE E CORREGGERE
NDC dott. Piero Pistoia
Continua il monitoraggio botanico-educativo delle piante selvatiche, a scansione mensile, lungo un percorso, alla periferia del paese di Pomarance, che, inserito nel paesaggio floristico della Val di Cecina, ne riflette le sue caratteristiche botaniche essenziali. Data la vicinanza delle Scuole, potrebbe, nel tempo, se mai la Buona Scuola diventerà attiva, essere utilizzato anche per passeggiate scolastiche culturali ad uso didattico – infatti la comunicazione non sarà meramente descrittiva, ma spesso inserita in un processo costruttivo di ricerca/scoperta, cioè nei contesti delle OSSERVAZIONI SCIENTIFICHE scolastiche – e in generale come stimolo all’osservazione guidata della Natura Spontanea della zona, e non solo (se è vero che tutta la vegetazione italiana e delle Nazioni limitrofe, circa nella stessa fascia di latitudine, risente mediamente del clima dell’area mediterranea). circa alla stessa fascia di latitudine risente mediamente del clima dell’area mediterranea). Questa comunicazione culturale può così ravviare il concetto di diversità biologica e attivare una interazione più diretta e positiva con il mondo della Natura. E questo è CULTURA! forse più significativa e formativa di altre e senza consumare risorse.
Abbiamo dovuto terminare l’articolo sulla passeggiata ‘floristica’, perché era impossibile modificarlo ed espanderlo ulteriormente, cosa che invece faremo in un nuovo post considerandolo SECONDA PARTE dell’altro.
N.B. SE NON E’ ESPLICITATO ALTRIMENTI, TUTTE LE FOTO, SCRITTI E COMMENTI SONO DEL COORDINATORE PIERO PISTOIA
UNA BREVE PASSEGGIATA ‘FLORISTICA’ (FLORA POVERA) SECONDA PARTE
CONTINUANO NDC
LA REALTA’ DA VICINO E DA LONTANO
COME NELLA PRIMA PARTE I TESTI QUALIFICATI DI RIFERIMENTO PER QUESTO LAVORO SONO PRINCIPALMENTE I SEGUENTI (consigliamo i lettori di procurarseli per i riferimenti, la lettura, l’approfondimento di questo post e la qualificazione delle biblioteche personali!):
EUGENIO BARONI “GUIDA BOTANICA D’ITALIA” Ed. CAPPELLI
PIETRO ZANGHERI “FLORA ITALICA Vol. I-II-III” Ed. CEDAM
SANDRO PIGNATTI “FLORA D’ITALIA Vol. I-II-III” Ed. EDAGRICOLE
EDUARD THOMMEN “ATLAS DE POCHE DE LA FLORE SUISSE” EDITIONS BIRKHAUSER BALE.
VENGONO ANCHE CONSULTATE DUE GROSSE ENCICLOPEDIE SUL REGNO VEGETALE, L’UNA EDITA DA VALLARDI E L’ALTRA DA RIZZOLI; E SVARIATI ALTRI TESTI SECONDARI DI DIVERSE CASE EDITRICI CHE NOMINEREMO QUANDO NECESSARIO.
A questi testi si farà continuamente riferimento esplicito e si spera che Autori ed Editori permetteranno di trasferire qualche disegno schematico di chiarimento dai loro testi a questo post, il cui unico obiettivo è e rimarrà solo quello di ‘costruire’ e comunicare didatticamente cultura, per quanto ci riesce, sempre del tutto gratis. Questo blog e auto-finanziato e non ha alcun fine di lucro. Comunque siamo disponibili nell’immediato a qualsiasi intervento su questo post su avvertimento (al limite, se necessario, anche a sopprimerlo!)
Il testo teorico di riferimento sarà:
Carlo Cappelletti “BOTANICA, Vol. I° e Vol II°”, UTET
LA PARTE PRIMA RIPORTAVA IL ‘DIARIO’ DELLE PASSEGGIATE FINO AL 10 DI OTTOBRE 2016 DA CUI RIPARTIAMO.
Oggi 10 ottobre 2o16 ho posto un indicatore in lega di alluminio,a 4-5 metri dopo il secondo ingresso alla proprietà del P. Sant’Anna, sull’argine sinistro fra i cipressi, per indicare una stazione ancora in fiore di Galatelle (Aster linòsyris).
—————————————————-
Intanto si è interrotta la discussione sulle piantine fotografate pochi giorni fa in via del Poderino, subito sotto strada vicino alla rete dello stadio; è stato rasato tutto il prato sopra il campo sportivo, eccetto una piccola area vicino alla rete (presso il tratto terminale del sentiero lungo rete).
Scendendo per Sant’Anna, sull’argine a sinistra, a circa 10 metri dalla strada sterrata per il P. San Pietro, ho fotografato ampie rosette a foglia larga tendenzialmente ovale, ma leggermente più stretta verso il picciolo (una specie di piccola racchetta da tennis), lucide e glabre sulla faccia superiore e piccole felci.
Segue ingrandimento della precedente. Chiocciola sulla sinistra. Piccola felce da classificare.
Diametro rosetta circa 5 volte la lunghezza di una foglia di quercia secca. Lamina della foglia glabra sopra con nervi prominenti e reticolati, attenuata nel picciolo.
Si allega la foto di una pagina ripresa da un interessante libro, con schizzi originali affiancanti lo scritto sintetico e rilevante, a firma di due ricercatrici dell’Istituto Botanico dell’ Università di Pisa, A.M. Pagni e G. Corsi, stampato da Arti Grafiche Pacini Mariotti, Pisa.
Altra foto di rosetta a foglie più grandi pure tendenzialmente ovali (anch’esse si strizzano leggermente verso il picciolo), glabre sulla faccia superiore, scattata a circa 20 metri dopo il bivio per San Pietro sempre sul versante sinistro.
Primula acaulis, Occhio di civetta, con fusto nullo; foglie tutte basali oblanceolato-spatolate; lunghezza foglie alla fioritura fino a 10 cm, dopo, grandi fino al doppio con apice arrotondato e, allo stadio della foto, margine debolmente dentellato.
VEDERE LO SCHEMA IN S. Pignatti (Edagricole, op.cit.)
LEGGERE LA RIFLESSIONE SU QUESTE ROSETTE RIPORTATA IL 20 FEBRAIO 2016: NON E’ ESCLUSO CHE SI TRATTI (seconda ipotesi tentativa) INVECE DI B. officinalis; ma le ipotesi continuano.
__________________________________
ANCORA NDC
Sull’argine all’inizio della proprietà del P. Sant’Anna ho fotografato delle pianticelle appena nate in cui 6-8 foglioline verde chiaro messe a stella, si susseguono lungo il caule. Come prima ipotesi, potremmo avere a che fare con Asperule (Stelline del prato).
NELLA PARTE QUINTA SOFIA CHIARIRA’ QUESTE OSSERVAZIONI COL PUNTO INTERROGATIVO DEL COORDINATORE SULLE PRESUNTE ASPERULE: si tratta in effetti di due specie diverse!
Oggi 18 ottobre 2014 la presunta Asperula sta invadendo il percorso; si espande l’ Erba Querciola o Camedrio (Teucrium camedris) all’inizio del cespuglieto sull’argine che fa da confine alla proprietà del P. Sant’Anna pochi metri dopo la bordatura a Pistacaea lentiscus; presso il cartello della Borago, insieme alla Mercurella e alla iniziale rosetta di B. officinalis (?), fotografai (vedere LA PRIMA PARTE di questo articolo) una piantina che ipotizzai essere una Euphorbiacaea (verrà fotografata anche in futuro); bene, questa piantina sta colonizzando il bordo strada a destra, andando verso il P. Sant’Anna. Le Asterae: Inule, gli Aster squamatum, i Conyza bonaryensis, i Senecio, le Pulycaree, …, stanno maturando pappi e semi là dove erano nate. Il Verbascum tapsus rimane ancora assente. Una successione di rosette di Malva e Verbascum sinuatum accompagna il bordo destro del tratto di strada (una cinquantina di metri) che dai cipressi davanti a P. Poggio Bartolino scende verso il bivio per il P. Mirto.
Subito prima dell’entrata alla proprietà Sant’Anna, nel campo a destra vicino al bordo strada (inizio sentiero per San Piero) e nata una Composita forse già studiata, la Cotha pictoris (da controllare) in mezzo a pianticelle di Aster squamatum mature e ombrellifere forse di Carota selvatica (da aggiungere foto).
Una piccola piantina da classificare con piccoli ‘fiorellini’ bianchi (infiorescenze? di Composite? di Crucifere? vedremo ) terminali con rami forse a spirale a foglie strette lanceolate (da approfondire con osservazioni e foto più specifiche), è stata fotografata sul poggetto del Ponso, a tre, quattro metri, nel verso di San Vittore, dal cespuglio di Ballotta nigra; nasce in mezzo a Labiate (Menta, Nepitella…), a rosette a foglie più grandi e spesse leggermente dentate in basso spatolate (da osservare più attentamente), a piantine pentafille a foglie ellittiche leggermente seghettate di dimensioni diverse (Potentille?) e ad altro.
Oggi 19 ottobre ho rivisitato il poggetto il Ponso le rosette a foglie spesse spatolate e leggermente avvolgenti iniziano a fiorire; di certo si tratta di Composita; un fiore addirittura ha semi senza pappi, dai quali sembra plausibile che il genere sia una Calendula, già fotografata e classificata tempo fa da Cristina.
1106 Lipidium graminifolium
2007 Cornus sanguinea
GLI SCHEMI 1106 e 2007 sono visibili in E. Thommen (op.cit.)
Il Cornus sanguinea è fiorito alla curva dell’incrocio fra via dei Filosofi e Sant’Anna.
Per trovare la specie della nostra Calendula bisognerà attendere di fotografarne i semi, come precisato nella PRIMA PARTE. In effetti la classificazione delle specie di questo genere non è facile ed è fondata sulla forma degli acheni riportata appunto nella PRIMA PARTE dell’articolo ripresa da S. Pignatti (op. citata). La foto che segue sono le foto degli acheni della nostra Calendula all’attuale maturazione. Il fatto che ci siano nel capolino acheni di vario tipo farebbe pensare ad una Calendula del gruppo delle C. arvensis, ipotesi avvalorata anche dalla forma delle foglie. Vedremo.
————————————
E’ apparsa una ‘rosetta a foglie larghe’ lucide e glabre sulla faccia superiore anche sull’argine prima del Ponsino. Sono piantine che stanno nascendo ora.
—————————————-
Oggi 22 -Ottobre 2014 ho rivisitato la Calendula in fiore sul Ponso. I semi sembrano più maturi e quelli spinati appaiono con tendenza a formare un rostro. Questo corroborerebbe l’ipotesi di una Calendula arvensis; anche se le foto non sono così chiare. Aspetteremo ancora qualche giorno.
Ecco infine un fiore aperto di Calendula ( foto di Sofia):
——————————————-
Dal P.Ponsino verso il P. Sant’anna, sul lato destro della strada, si notano continue fioriture di Mercurella e dell’Euphorbiacaea da classificare
FINE NOTE DEL COORDINATORE
__________________________
PRIMO COMMENTO DI CRISTINA MORATTI ALL’ULTIMA PARTE DEL LAVORO FLORISTICO
Ho visto le nuove foto riguardanti la passeggiata e devo dire che alcune piantine per ora non sono di facile comprensione e individuazione. (Per me)
Concordo con te quando riconosci come “Asperula” le piccole roselline di foglioline verdi.
Sono contenta che tu abbia individuato anche la Calendula, anche se non completamente classificata.
Cornus sanguinea, in seconda fioritura autunnale….e tutte le altre già viste in precedenza.
Riguardo invece all’Euphorbiacea che hai fotografato, non saprei per ora definirne la varietà.
Come pure la rosetta di foglie che tu descrivi come “Primula autunnale”.
“A gatto”, con la sola sensazione del gatto, secondo me non è affatto una Primulacea, ma finché non emette qualche altro particolare, direi che non saprei classificarla. Mi verrebbe in mente forse un’Asteracea, ma molto “a caso”!
Queste benedette piantine, dopo l’autunno mite che hanno subito, sono come impazzite, fioriscono quando meno te lo aspetti e germogliano tutte fuori tempo, senza rispetto delle stagioni. Questo secondo me le modifica anche un po’ nelle caratteristiche e la loro identificazione diventa più difficoltosa. In una foto mi pare di aver individuato un rametto di Robbia….ma si vedrà!
___________________________________
Ripensando a lungo alla piantina con rosetta di foglie rassomiglianti alla primula,
ho l’impressione che si tratti di un’Asteracea, però non avendo per consulto, l’opera di Sandro Pignatti, dovresti controllare tu, se potesse essere una “Inula bifrons ” (Enula alata).
Riguardo l’Euphorbiacea forse…Euphorbia minore (=peplis)
____________________________________________
NDC
Sulle rosette a foglia larga, forse conviene aspettare che crescano per pronunciarci con più cognizione di causa rispetto alla grossolana ipotesi di Primula autunnale.
Oggi 26 nov. 2016 ho ricontrollato le piantine di Euforbia nel tratto Ponsino-Sant’Anna lungo il fossetto a destra, fotografando piantine in loco e particolari su campioni.
Ad ogni nodo, ogni ramo si divide in due rami all’ascella di due foglie opposte, ognuno dei quali si divide ancora al nodo successivo in altri due rami più brevi, fino al successivo nodo con le solite due foglioline più piccole, alle cui ascelle si inseriscono due rametti più piccoli e così via fino ai rametti fioriferi. Un processo dicotomico quasi perfetto.Vedremo schemino.
SCHEMINO DAL NODO ZERO (da immettere)
L’aspetto caratteristico della piantina deriva dalla crescita quasi-dicotomica degli ultimi elementi che si ripete a frattale – sarebbe possibile scrivere un programma (es., in basic), per disegnarla – e dall’appassimento precoce dei rametti sotto il nodo zero.
Il frutto è costituito da tre globuletti (forse corrispondenti a tre semi) saldati distinguibili (dim. max circa 1 mm) con un leggera cresta longitudinale; il seme porta sulla parte sup. una specie di piccola rete a maglie nere 4*4 e l’inf. con due piccoli rettangoli scuri allungati nel senso delle creste. Ad un estremo di questi piccoli globuli si nota un piccolo (0.2-0.3 mm) triangolo a lati concavi, scuro.
Intanto sull’Euphorbia peplus, la prima ipotesi tentativa, S. Pignatti (op.cit.) così si esprime “Fusti robusti serpeggianti sulla sabbia. Foglie grassette e molto asimmetriche”. P. Zangheri (op. cit.) dal canto suo afferma che i fusti sono carnosi, ingrossati ai nodi e prostrati. Di contro, per le informazioni ricavate sul campo, sembra che l’Euforbia in studio sia piantina delicata con caule eretto liscio che diminuisce dopo ogni nodo, foglie tenere e sottili anche se talora asimmetriche in alto. Nelle zone di falsificazione ricaviamo informazioni utili per la successiva ipotesi. Cristina è d’accordo sulla descrizione. Resta ancora da classificare.
————————————-
Ho inoltre ricontrollato sul poggetto del Ponso la piantina di Calendula con capolino che porta i semi per seguire la loro maturazione, con le seguenti foto.
Cercheremo ora di separare i semi per posizione sul capolino fotografandoli, se possibile, ordinandoli nella posizione originale, a questo secondo stadio di maturazione. Comunque attenderemo la maturazione definitiva per cui lasciamo aperto il problema.
IL PROBLEMA DELLA SPECIE ED ARGOMENTAZIONE CRITICA
SEGUIRE SUI TESTI DI RIFERIMENTO
I semi non completamente chiusi a cerchio alla periferia del talamo, nel continuare la maturazione, si trasformerebbero in semi con rostro o in semi anulari? I cimbiformi, sono i ricurvi, alati, spinosi, senza becco (tipo A di S. Pignatti; vedere Parte Prima) . Quelli del tipo B sono i rostrati, con un rostro o becco, senza ali, spinati nella parte basale e non nel becco. Gli anulari (tipo D), i più interni, sono spesso chiusi ad anello, senza spinule nè becco. I nostri ‘globulari’, così come descritti, sono quelli del tipo C? Dallo schema di Pignatti, non riuscivo a capire bene come erano i nostri globulari! In effetti sembrano arcuati con noduli sul dorso (non spine) e di lato hanno due ali a semiglobo. Pignatti afferma pure che la C. arvensis ha semi del tipo A, tipo B e tipo D e non di tipo C. D’altro canto P. Zangheri (op. cit.) afferma che la C. arvensis <<ha frutti esterni mai alati (?), ma arcuati e aculeati sul dorso>>, come a dire che quelli di tipo A non sarebbero all’esterno (vedere sui testi schemi riportati di seguito n. 4974 e 5434). Sembrerebbe che non tutti gli esterni abbiano il rostro, basterebbe che fossero arcuati e aculeati! Allora i nostri semi globulari esterni sono del tipo C (5433) abbondanti nella C. officinalis (5432), ma non presenti nella arvensis? Sembra di No, perché sono spinati; ovvero di tipo A (arcuati, alati e spinosi). Rimane il fatto che non possono essere all’esterno, cosa che in effetti la foto falsificherebbe! Osservare anche schema dell’C. arvensis (2808) di E. Thommen (op.cit.), con i tre tipi di semi (globulari in seconda fila).
Calendula: rametto terminale e semi all’attuale maturazione che, se continua, vedremo di capire. Intanto C. arvensis per S. Pignatti ha acheni esterni rostrati, i medi cimbiformi ed i più centrali anulari, come nello schema 2808! E’ il nostro caso?
Vari tipi di acheni da S. Pignatti (op. cit., Edagricole); PARTE PRIMA
Sotto alcuni semi di Calendula
VEDERE ZANGHERI “Flora Italica II” CEDAM:
5432 -> capolino fruttifero di C. officinalis.
5433 -> Calendula officinalis : frutto esterno; corrisponde al tipo C di Pignatti?
5434 -> Calendula arvensis: frutto esterno
5435 -> Calendula maritima: frutto esterno
Calendula: rametto terminale e semi all’attuale maturazione che, se continua, vedremo di capire. Intanto C. arvensis, per S. Pignatti, ha acheni esterni rostrati D), i medi cimbiformi (A) ed i centrali anulari (B)! E’ il nostro caso?
4972 -> Calendula arvensis: capolino in fruttificazione; sei semi arcuati e spinosi esterni di cui 4 con rostro? Quelli senza rostro sono di tipo A?
Se l’argomentazione critica non continua o lasciamo che se la sbrighi il lettore, oppure … aspettiamo la maturazione finale del fiore se la stagione lo permetterà!
Il protocollo sperimentale a questo punto è: “Se il seme globulare è del tipo A (cimbiforme), nel capolino si assestano, alla periferia, i semi del tipo B (rostrato) e quelli del tipo A e più al centro del tipo D (anulare)“. Allora l’ìpotesi ora probabile è: Calendula arvensis? Sì, se si ammette che la presenza alla periferia di semi A e B (come nella foto) sia dovuta a cause contingenti come scarso spazio a disposizione durante la fruttificazione. Fiori corrispondenti ad A e B, pur separati su due file, provocherebbero nel corso della fruttificazione un ammassarsi alla periferia!
————————————————
In questo scorcio di novembre le Aster linòsyris stanno costruendo i loro semi piumosi.
E’ stata tagliata l’erba in via dei Filosofi, un bel campione di ‘erbacce’ del nostro percorso, e alla curva con Sant’Anna (scomparso il Cornus sanguinea fiorito sulla curva).
————————————————
Oggi 29 novembre 2016 sto cercando una piantina, non molto alta, Composita con capolini a ‘pennellino’ ad infiorescenza rada a corimbo, che mi è sembrato di intravedere fra le erbe rimaste di Via dei Filosofi e, scendendo, subito dopo Sant’Anna a destra nel precedente percorso. Ecco le foto
Da confrontare sul testo (Vol.II) le ipotesi con gli schemi d1 E. Zangheri (op.cit.) di specie di Senecio, numerati sotto.
5375 -> Senecio viscosus (cima fiorita e foglie); stipule aperte a stella all’involucro
5376 ->Senecio vulgaris (cima fiorita e foglie); senza stipule all’involucro.
403 -> Capolino di Senecio vulgaris
VEDERE ANCHE GLI SCHEMI NEL TESTO DI THOMMEN EDUARD (op. cit.) di specie rilevanti di Senecio, numerati sotto:
2792 -> Senecio vulgaris
2793 -> Senecio silvaticus
2794-> Senecio viscosus
403 -> Senecio vulgaris capolino
Lo scrivente NDC propone come sua ultima ipotesi corroborata sui dati a disposizione: fam. Compositae, gen. Senecio, specie: S. vulgaris. Cristina Moratti approva.
Si attendono altre discussioni.
———————————————-
Oggi 1° Dicembre 2016 ho notato due piantine isolate di Verbasco delle falene (Verbascum blattaria); una è sull’argine della proprietà Sant’Anna in basso vicino al fossetto.
Al Ponso le Calendule stanno crescendo e alcune sono fiorite. Anche le rosette di Cerinthe sono in piena crescita. Speriamo che i fiori di Calendula arrivino a fruttificare per il controllo delle ipotesi proposte. Sarebbe interessante anche studiare la loro distribuzione sul capolino, dalla periferia (ligulati)… verso l’interno… al centro (tubulosi).
In via dei Filosofi, scendendo sul lato destro, è fiorito anche un Asterisco.
Sono di nuovo diffuse in Novembre, fin da primavera, le salvie selvatiche con oscillazioni in frequenza nel tempo e nello spazio, ancora da classificare. Segue foto di una foglia basale di salvia.
VEDERE GLI SCHIZZI RIPRESI IN P. Zangheri (op.cit.) numerati sotto:
4281 -> Fiore di Salvia pratensis
4282 -> Foglia di base di S. pratensis
4283 -> Foglia di base di S. pratensis var. ceratophylloides
4284 -> Fiore di Salvia verbenaca
4285 -> Foglia di S. verbenaca
4286 -> Foglia di S. verbenaca subsp clandestina
4287 -> Foglia verbenaca subsp multifida
VEDERE ANCHE SCHIZZO IN S. Pignatti (op.cit.)
Ipotesi di classificazione (rapporto corolla/calice, forma delle foglie, frequenza verticilli sulla spiga…): fam: Labiata; gen: Salvia; sp: S. verbenaca
Si consiglia per ulteriore riscontro SCHIZZI di E. THOMMEN (op.cit.):
2257 -> S. pratensis
2258 ->S. verbenaca
ANCORA NDC
Cristina Moratti sostiene che le Salvie del nostro percorso possano essere classificate come S. pratensis; io sono invece più colpito dalla forma delle foglie (anche la sottospecie della pratensis sembra avere l’estremità della foglia diversa e più stretta di quella dei campioni del nostro percorso (vedere schema Zangheri). Si rimette la scelta al lettore. Si allega la foto di una pagina ripresa da un interessante libro, con schizzi originali affiancanti lo scritto sintetico e rilevante, a firma di due ricercatrici dell’Istituto Botanico dell’ Università di Pisa, A.M. Pagni e G. Corsi, stampato da Arti Grafiche Pacini Mariotti, Pisa.
—————————————————————————
Oggi 11 dicembre 2016 ho notato una discreta fioritura di Calendula scendendo a sinistra vicino agli ultimi cipressi di Poggio Bartolino. Sono della stessa specie tutte le Calendule incontrate nel percorso. Alcune infiorescenze stanno maturando semi. Siamo in attesa per capire meglio. E’ stata distrutta o disvelta la rosetta a foglia larga vicina al guscio di chiocciola e sopra le piccole felci, quella a circa 10 metri, scendendo, prima del viottolo per il podere San Pietro (da qualche giorno non esiste più neppure il cartello in legno con l’indicazione del podere!); le altre sembrano lente a sviluppare; ne sono apparse però altre sull’argine del Ponsino.
Posto con chiocciola sbiadita dove esisteva rosetta a foglie larghe
Non sono riuscito a ritrovare le due piccole piantine col fiore appena nato di Verbasco delle falene.
Oggi 12 dicembre, guardando con più attenzione presso Pg. Bartolino il prato sotto i cipressi, si nota una esplosione di piantine di Calendule e in rosetta, in fiore e a semi maturi per almeno una decina di metri quadri.
Oggi 13 dicembre 2016 ho notato nell’area delle Calendule, davanti a Poggio Bartolino, sotto i cipressi, una ulteriore estesa di Calendule fiorite e in seme; sembra che la stagione abbia accelerato la ‘seminazione’ (infatti molti capolini stanno perdendo in poco tempo i semi). La descrizione dei semi e la loro distribuzione sul capolino rimane quella precedente; si mantiene così la nostra scelta della specie come C. arvensis (Cristina è concorde). Stanno diffondendosi per ogni dove, spesso associate ad Aster squamatum e a Conyza bonariensis, rosette con foglie leggermente seghettate_puntate, tendenzialmente lanceolate (max 15 cm) e forse decorrenti_spatolate. Diffuse sull’argine del Ponsino e altrove. Per ogni dove appare vita vegetale spontanea, lì c’è!
Rosetta verde tenue di foglioline pelose forse Erigeron bonariensis o sumatrensis (ipotesi di Sofìa). Ma le foglie della bonariensis sono uninervie?
Ecco una rosetta ripresa da un libro da Sofia di E. sumatrensis, a foglie plurinervie seghettate con punte verso l’alto. come quelle del percorso. Erigeron sumatrensis sembra l’ipotesi più plausibile per ora.
5752 -> Urospermum dalechampii
Si allega la foto di una pagina ripresa da un interessante libro, con schizzi originali affiancanti lo scritto sintetico e rilevante, a firma di due ricercatrici dell’Istituto Botanico dell’ Università di Pisa, A.M. Pagni e G. Corsi, stampato da Arti Grafiche Pacini Mariotti, Pisa, che ringraziamo.
———————————————
Oggi 18-12 Sofìa ha fotografato un’Asteracea fiorita, da mangiare:
Asteracea edule, foglie di base piuttosto irregolari più o meno lobate
Asteracea_ edule con ligule gialle del capolino tendenzialmente rettangolari con all’estremità 4-5 piccoli lobi
Asteracea involucro dell’infiorescenza. Ipotesi Sofia: Reichardia picroides
Ci permettiamo ancora di allegare la foto di una pagina ripresa da un interessante libro, con schizzi originali affiancanti lo scritto sintetico e rilevante, a firma di due ricercatrici dell’Istituto Botanico dell’ Università di Pisa, A.M. Pagni e G. Corsi, stampato da Arti Grafiche Pacini Mariotti, Pisa che ringraziamo.
————————————
Sofia: Rubia peregrina, Robbia selvatica, frutti.
—————————————-
Sofia sempre il 18 dicembre sotto Sant’Anna fotografa l’ Anemone hortensis (si trova poco dopo P. Bartolino, salendo, a sinistra …
… e <<rigogliose dagli argini e dai fossetti>> le foglie di Arum italicum
Fotografa poi l’Aster Galatella linòrysis con i capolini ricoperti da pappi, vicino all’indicatore in alluminio:
L’ultima posizione di Sofia sull’Euforbiacea <<delicata ingannevole, per cui sono ritornata sulla prima ipotesi: Euforbia peplus (Euforbia minore). Credo che non sempre abbia doverosamente fusti estremamente arrossati e coriacei, ma nella prima fase dello sviluppo…mettiamoci pure fuori stagione,…si può mostrare anche particolarmente esile come la nostra “ignota”!>> e … diciamo pure eretta! Ma si vedrà.
A fine Dicembre 2016 si ha un’esplosione di vita verde nel percorso comprese le erbe di campo che normalmente si raccolgono in Primavera. Il 28 Dicembre Sofia ha ‘raccontato’ il suo ‘denso’ percorso valorizzato da belle foto.
IL RACCONTO DI SOFIA
“Ho cercato di fare delle foto alle piante che ho potuto osservare in un giretto di qualche ora fa.
Viste diverse varietà di Asteracee in zona S.Anna e lungo tutto il tratto, ma fino a che non emettono un fiore, alcune per me sono di difficile identificazione.
Ti invio a più riprese qualche immagine:
La prima è quella che comunemente viene chiamata “Cicoria selvatica”, Cichorium intybus, (ed è un ottimo commestibile),……….
…….come la “aspraggine”, Helminthia (=Picris) echioides, nelle tre foto successive, compreso un timido fiore fuori stagione. Anche questa, malgrado la sua rugosità è apprezzata, naturalmente dopo cottura.
Ho osservato questo genere di piante su tutto il percorso. In particolare nella zona di S. Anna.
Si allega la foto di una pagina ripresa da un interessante libro, con schizzi originali affiancanti lo scritto sintetico e rilevante, a firma di due ricercatrici dell’Istituto Botanico dell’ Università di Pisa, A.M. Pagni e G. Corsi, stampato da Arti Grafiche Pacini Mariotti, Pisa che ringraziamo.
_____________________________
La Plantago lanceolata, è la comune piantaggine, buona da mangiare e rimedio antico del mal di denti.
________________________
Il Sonchus oleraceus è quello che qui a Pomarance e dintorni viene chiamato “mosciolo”, pure questo tra i migliori da mangiare cotti, talvolta crudo quando é tenero.
Due foto un po’ sbiadite di P. Pistoia con Mosciolo (?) ed altre pianticelle erbacee da individuare, scattate sotto S. Anna, il 1° di gennaio, nei dintorni dell’Erba morella.
_______________________
La Geraniacea da classificare, che comincia ad emettere gruppi di foglioline si trova proprio sotto l’argine di S.Anna.
Foto di Piero sull’argine del Ponsino, nella zona dei Moscioli in mezzo alla vetriola.
—————————————
Cespugli di Pistacea lentisco, mostrano le piccole drupe rosse, nelle immediate vicinanze del “Ponso”. Sul lato sx della discesa. (Quale discesa? siamo su un poggio!).
Sofia precisa: dx e sx sono rispetto alla linea di percorso nel verso dal Ponsino al Ponso e giù fino al P. Il Mirto.
——————————————–
La Silene latifolia, invece è proprio davanti al Ponso, sempre sul lato sx (?), (in vari esemplari a poca distanza tra loro).
Sofia precisa: dx e sx sono rispetto alla linea di percorso nel verso dal Ponsino al Ponso e giù fino al P. Il Mirto.
Silene latifolia
——————————————–
Intermezzo argomentativo di piero pistoia (NDC)
PROBLEMA
La S. latifolia per Pignatti ha calice subsferico e petali spesso rosei. La S. alba (=Lycnis alba) ha fusto prostrato o ascendente, foglie ellittico-lanceolate, petali candidi con unghia e lembo spatolato e bilobo su metà lunghezza. Calice piriforme; capsula con 10 denti. Faremo la foto della capsula quando possibile
———————————————–
Sempre il 28 dicembre 2016 di Sofia
Ho fotografato l’Euforbiacea proprio vicino il pelago,…..
————————————–
Intermezzo di piero pistoia (NDC)
Invece ho notato un’Euforbiacea, a circa 30 metri dal pelago, venendo da S. Anna, a sinistra della strada e a circa 20 metri dall’ultimo fabbricato dello stesso podere. E’ la stessa?
La nuova Euforbia(?) di Piero pistoia
Euforbia con Bellis perennis?
——————————————–
Sofia continua….
————————————-
Servizio fotografico completo per l’Erba morella (Solanum nigrum), rinvenuta sotto l’argine pochissimi metri prima del Ponsino. Peccato che con l’avvicinarsi della stagione fredda, non ce la farà sicuramente a maturare i suoi frutti. Ci accontentiamo di vederli ancora verdi, con l’apprezzato ospite sotto le sue foglie.
Ancora una foto dell’Erba morella scattata da Piero Pistoia il 1° gennaio 2016 subito prima del Ponsino sull’argine a destra venendo da Pomarance, vicino al bordo strada (forse la stessa di Sofia)
—————————————-
DIARIO DI SOFIA
OGGI 13 Gennaio 2015,
le avverse condizioni del tempo, non invitavano certo nei giorni passati alla ricerca delle nostre piantine.
Oggi, nelle poche ore di sole della giornata ho avuto modo di fare una passeggiata nel solito percorso.
A dir la verità non ho trovato niente di nuovo, o di interessante, ho solo avuto modo di fotografare tre arbusti presenti varie volte sul lato sinistro nella discesa che arriva fino a Poggio Bianco.
L’Alaterno, ignaro che siamo ancora all’inizio di gennaio, prova a mettere i primi boccioli.
Mentre il Ligustro, insieme alle sue bacche nere, conserva ancora alcune delle sue foglie …..semicaduche
Infine l’Olmo campestre mostra le prime gemme.
Nel tratto in discesa, che da Poggio Bianco porta al Mirto, un colorato anticipo di primavera.
Sofia
______________________________________________
La passeggiata di Sofia del 18 gennaio 2016
Ultimamente anche le nostre piantine, sembra che risentano del clima pungente di questi giorni.
Ieri sono andata di nuovo lungo tutto il percorso, ma non ho visto nessuna novità da segnalare.
Ti invio lo stesso una foto della rosetta di foglie del Verbascum sinuatum che ho notato nella discesa poco dopo San Domenico, sul lato dx della strada proseguendo verso il Mirto.
Altra cosa curiosa che non avevo visto altre volte (sempre nella discesa che porta al Mirto) è una Roverella, Quercus pubescens, a suo tempo bersaglio di un fulmine.
Lo so che non fa parte di quella “flora minore” presa in considerazione, ma ho finalmente potuto osservare che effettivamente trattiene le sue foglie ormai secche fino a questo periodo. Ciò la contraddistingue tra le altre specie di Quercia e ne rende più facile l’identificazione.
Sofia
24 GENNAIO
Durante la passeggiata di oggi ho avuto modo di notare questa piccola piantina fiorita.
Suppongo che si tratti della Veronica persica, specie appartenente al gruppo di Veronica agrestis.
La si può notare lungo tutto l’intero percorso, ma le piante che mostrano una più evidente fioritura,
sono quelle che si trovano nelle zone più soleggiate. In special modo all’inizio della discesa che conduce al
podere Mirto.
I fiori della pianta rimangono chiusi nelle giornate nuvolose o comunque con poca luce.
SOFIA
NOTE DEL COORDINATORE
OGGI E’ IL 28 GENNAIO 2016 e siamo andati a cercare nel nostro percorso la Veronica fotografata da Sofia (ipotesi proposta V. persica). In effetti l’alto ingrandimento usato è probabile che deformi l’aspetto delle gracili e tenere pianticelle che potrebbero apparire più spesse e ‘grasse’ del reale ed i fiori molto più grandi. Scendendo lungo il tratto di via dei Filosofi, a destra a metà percorso circa, si notano associazioni di piantine simili che fotografiamo. Anche davanti al P. Ponsino sotto l’argine a destra, scendendo, appaiono freschi strati prostrati agganciati a radici filiformi lungo i primi nodi, a caule sottile strisciante anche per circa 40 cm, forse di Veronica. Stesse piantine sono diffuse per un buon tratto a Poggio Bartolino al bivio per il Poder Nuovo, scendendo in coincidenza dell’indicazione per il Mirto per qualche decina di metri sulla sinistra della strada (forse è qui che Sofia ha fatto le sue belle foto ingrandite). In tutti i casi i fiori erano per lo più chiusi per la stagione e il fresco della mattina. E’ da precisare che due sono i cartelli che indicano il podere il Mirto distanti qualche centinaio di metri a partire da Poggio Bartolino. Ci sembra che Le Veroniche siano in espansione, come altre pianticelle come le Euforbie della seconda specie , di cui è stata proposta come prima ipotesi E. nicaeensis (quelle della prima sembrano in difficoltà, la cui ipotesi iniziale era E. peplis). Su queste due ipotesi, per ora nessuna argomentazione ulteriore.
QUALI ALTRE PIANTICELLE SI VEDONO NELLA FOTO? Nominarle ed indicarne la posizione
DA CONTINUARE CON L’ARGOMENTAZIONE
___________________________________________
Riguardo alle Euforbie (E. nicaeensis? ) si notano diffuse specialmente scendendo dal P. Sant’Anna verso il ‘pelago’ di San Vittore, per circa 20-30 metri da ambo i lati della strada e lungo il tratto, salendo oltre Sant’Anna, sulla sinistra fino alle rosette di Borrago (?).
Controllare la foto precedente con Euforbia e rosette di erbe di campo (forse Composite) da interpretare. Quella appiattita al suolo è della stessa specie della foto sotto, ripresa a Poggio Bartolino qualche tempo fa (fine dicembre) che Sofia classificò?
Ipotesi Sofìa: genere Urospermum, specie U. dalechampii
_____________________________________
Da notare la scomparsa di un indicatore in alluminio (Borago officinalis) subito dopo il Ponsino scendendo a destra. Era quasi nel fossetto, non poteva dare noia! Ma forse era necessario richiedere un permesso ufficiale per apporlo?
Forse la pianta genitrice, in piena estate, col cartello scomparso, è rappresentata nello stesso posto dalla foto successiva:
__________________________________
OGGI E’ IL 29 GENNAIO 2016 e siamo di nuovo sul percorso. Si scattano foto ad una piantina a caule sottile lungo e gracile incapace di sostenerla, tendenzialmente strisciante, le cui foglie ovali-lanceolate che tendono ad abbracciare il caule, terminano in tre filamenti o cirri ciascuna, in continuità con la nervatura centrale (?), per attaccarsi. Chi sa perché mi fa pensare ad una Papilionacea. Siamo ad una ventina di metri dal secondo cartello per il Mirto, scendendo verso Poggio Bianco. La piantina sta diffondendosi su ambo i lati .
OGGI 30 GENNAIO ancora sul percorso con le seguenti foto sulla presunta Papilionacaea (Fagacaea) che sta espandendosi anche più il alto nella zona delle Pervinche.
STRANEZZA!
Le foglie superiori terminano con tre filamenti per sostenersi!
Il genere potrebbe essere una Vicia (Veccia)?
NESSUNA VICIA NEI TESTI CONTROLLATI SEMBRA ABBIA FOGLIE CHE TERMINANO NEI FILAMENTI DI SOSTEGNO! SOLO I CAULI ALL’ESTREMITA’ PRESENTANO QUESTA CARATTERISTICA (a meno che le foglie superiori non presentino caratteristiche di ramo). DA APPROFONDIRE L’ARGOMENTO….
______________________________
Per la prima volta ci sembra di avere incontrato la Capsella bursa-pastoris con frutti a cuore, ma nelle due foto non riusciamo a individuarla. Siamo in via dei filosofi scendendo circa a metà tratto, sulla destra.
In alto dalla parte centro-destra sembra di scorgere i frutti a cuore peduncolati della Capsella.
Infine la Calendula continua la sua generosa espansione insieme ad altro. Siamo in un altro periodo di espansione floristica.
____________________________________________________
OGGI 31 GENNAIO ancora sul percorso a controllare la Capsella.
Ecco la piantina isolata e fotografata: foto foglie, frutti e infiorescenza
VEDERE NEL TESTO lo Schizzo di C. bursa-pastoris in E. Thommen 0p.cit.
e nel testo di S. Pignatti op. cit.
______________________________
Davanti ad San Domenico sul basso argine del podere si nota un’esplosione di rosette di ‘erbe di campo’. Le foto sono state numerate per la classificazione.
N.1
N.2
N.3
N.4
N.5
N.6
N.7
N.8
N.9
N.10 – Foto precedentemente proposta riportata per confronto (eseguita dopo P. Sant’Anna, lungo il campo con rete di recinzione).
Sarebbe opportuno fare una visita specifica davanti al P. San Domenico per investigare queste e tante altre ‘erbe di campo’ che si presentano a rosette separate.
NDC
OGGI 4 GENNAIO 2016 individuo alcune Veroniche a corolla aperta (diam. circa 1 cm) con 5 lobi (freq. rara) in Via dei Filosofi:
In tutti i casi un lobo sembra più chiaro, inoltre i quattro o cinque lobi hanno forme e superfici diverse
Per una discussione critica sulla Veronica
I fusti sono sdraiato_ascendenti o sdraiato_diffusi? Sono radicanti e intrecciati fra loro? Le foglie suborbicolari sono più lunghe che larghe o più rotondeggianti? I peduncoli dei fiori sono due volte la lu. della foglia o più lunghi? Se prevale l’essere il fusto sdraiato, diffuso, con radici ai nodi e intrecciato con altri e la forma della foglia a più lungo peduncolo, è da sostenere come seconda ipotesi da proporre alla critica, Veronica filiformis. La prima ipotesi era V. persica. Mancano i riferimenti alle capsule, visto che non sono ancora mature.
VEDREMO
————-
Sempre in Via dei Filosofi ho fotografato una piantina erbacea a rosetta di base florida e ‘densa’ a foglie larghe sinuato-crenulate_dentate, con fiorellini fucsia a corolla dialipetala; petali, lu. max circa 7 mm. Tale piantina sta diffondendosi in vari luoghi, es., dopo il Ponsino verso P. Sant’Anna, a destra dove esisteva l’indicazione per la Borago.
——————————————–
OGGI 7 Febbraio 2016 la rosetta di base già fotografata e individuata come una Borago officinalis (?) sulla scarpata del Podere Ponsino, vicino alla strada, sta fiorendo!
LA REALTA’ DA VICINO E DA LONTANO
Ho raccolto anche una delle piantina più sviluppate di Euforbia del secondo tipo (proposte due ipotesi) per osservarla meglio. Le due velenose euforbie incontrate almeno fin’ora hanno una struttura quasi matematica (trasformabile in formula o in algoritmo informatico), ed è stranamente cosa rara perché l’universo è denso di oggetti come vortici e strutture caotiche e non di cristalli e altri oggetti ordinati, e la matematica e la fisica funzionano in ambiti, nel tempo e nello spazio, estremamente ridotti del Cosmo reale, in particolare nei teatri in cui fu ed attiva l’evoluzione delle specie. Ciò rimanda al pensiero del grande Wolfram, inventore del potente programma Mathematica e sostenitore che l’universo non ‘costruisca’ se stesso tramite le leggi della matematica e della fisica, offrendo in alternativa i suoi algoritmi per costruire la forma degli alberi, delle nuvole, degli esseri viventi, dei monti, i contorni delle coste,… , anche se non ancora per comprendere l’arte s.l. e la poesia o l’evento magico coglibile nello sguardo delle femmine a primavera o nelle corolle spalancate per gli occhi multipli degli insetti. E’ di quest’ultimi ‘oggetti’ che è colmo l’Universo! In alternativa c’è la lobby dei fisici teorici della Meccanica Quantistica Relativistica (MQR), che dopo la scoperta della particella di Higgs (la particella di Dio), che ha permesso di dotare (finalmente) le particelle elementari di massa, hanno sfornato sul mercato una ridda di testi più o meno divulgativi sugli sviluppi di questa ostica e per certi versi ‘magico-misteriosa’ disciplina, avendo come obiettivo ultimo, precisare che cosa sia la ‘Realtà’ del Cosmo. Per i curiosi di questi grandi misteri, poco accessibili ai non eletti, si allega un intermezzo che parla, in una breve sintesi grossolana, della Natura e della Realtà.
Ho raccolto l’Euforbia, dicevo, davanti al 1° cartello per il mirto, a Poggio Bartolino, ed è del 2° tipo (per l’Euforbia già proposte almeno due ipotesi). Cercherò di descriverla come mi riesce.
______________________
INTERMEZZO SULLA REALTA’ DELL’UNIVERSO
Realtà_da_vicino _e _da_ lontano
dott Piero Pistoia docente di Fisica
________________________
OGGI 8 FEBBRAIO 2016 Sofia ha guardato le ultime foto e proposto ‘Teorie Tentative’ (TT) sugli ultimi punti interrogativi; di seguito i suoi commenti:
Per quanto riguarda l’identificazione delle rosette delle Asteracee da te fotografate, finchè non si decidono a emettere qualche fiore, per me è quasi impossibile dire con certezza di che specie si possa trattare. Sicuramente sono tutte commestibili e con probabilità i loro capolini saranno tutti di colore giallo, ma per ora non so nulla di più.
La piccola pianta con fiore color malva, è sicuramente appartenente alle Geraniaceae. Il genere dovrebbe essere un ‘Erodium’. La specie è molto più complicata da individuare, dato che in Italia l’Erodium è presente con una decina, con caratteristiche similari.
Viene comunemente chiamato ‘Becco di gru’ per via della forma del suo frutto, che ricorda un lungo becco.
Visto il tipo di foglie della pianta, da te fotografate e descritte, si potrebbe azzardare ad un ‘Erodium malacoides‘, poiché è anche il più comune in tutta la Penisola.
Però direi che potrebbe essere confuso con il somigliantissimo ‘E. alnifolium‘, presente specialmente in Toscana e poche altre regioni del sud.
La roverella e la rovere, sono difficilissime da identificare, dato che non solo si ibridano facilmente, ma le caratteristiche talvolta diventano solo sfumature. Negli esemplari adulti, che vegetano in ambienti ampi, la rovere si distingue nel portamento, meno nodoso e contorto del tronco e più compatto nella forma della chioma. Un elemento che può aiutare sono sicuramente le foglie. La roverella, nella pagina inferiore è fittamente cotonosa, pubescente, molto, molto più della rovere. Ma l’elemento ‘invernale’ che porta con facilità al loro riconoscimento, è il fatto che la roverella trattiene gran parte delle sue foglie secche sulla pianta, almeno fino a gennaio.
La roverella colpita dal fulmine si trova appena cominciamo a scendere verso il Mirto, sulla ns dx, dopo una trentina di m.
Non sei riuscito ad individuarla, perché la parte sbruciacchiata (sicuramente non di recente) si vede solamente se scendi nel campo sottostante. Ero andata lì per fotografare una pervinca fiorita e della cicoria che raccolsi per cucinare. E’ facile scendere fino al campo, perché si intravede tra l’erba una specie di stradina.
Ciao per ora e, appena posso farò un giretto come al solito.
Sofia
Ps: sarebbe bello davvero fare in modo di poter indirizzare e interessare i ragazzini, verso il rispetto e la conoscenza delle piante……anche semplicemente un po’ a gatto!
OGGI 20 FEBBRAIO 2016 ho fotografato ancora le Veroniche davanti al prima cartello per il Mirto e, scendendo, a qualche decina di metri dallo stesso cartello, una piccola rosetta, sulla sinistra, di Verbascum tapsus (per ora unico in tutto il percorso) davanti alla deviazione per il campo sotto strada.
Sofia il giorno 20-2-2016
In realtà la piccola erbacea che definisci una ‘salvia’, è sicuramente una Lamiacea. Per quanto riguarda l’identificazione della specie,
il compito mi sembra più arduo, dato che delle Lamiacee, fanno parte numerose specie e tante piuttosto simili.
….per orientarci, azzardiamo con un Lamium amplexicaule!!!
DA GUARDARE QUESTE ASSOCIAZIONI DI PIANTICELLE FOTOGRAFATE IL 24-2. In particolare pianticelle con foglie tendenzialmente triangolari (crescendo i lati diventano sempre più concavi) puntate seghettate-lobate con venatura centrale biancastra, appartenenti, forse, alle Composite (Sofia esprime dubbi su questa ipotesi di classificazione!). Per ora, lasciamola fiorire.
OGGI PRIMO MARZO sta fiorendo, ho notato in un verticillo alcuni fiori bianchi a corolla tubolosa lunga circa 2 cm che si restringe verso la base in un piccolo tubo, a sezione costante, lungo un cm, il sopra è espanso e diviso in tre parti una centrale più grande bifida curvata verso l’interno e due laterali a guisa di ali, dall’aspetto di una labiata ma… dovrò controllare meglio.
Le piantine delle foto sono strettamente associate a Senecio, Veronica, Lunaria, ‘erbe di campo’, Edera ed altro; come si spiegano queste ed altre strette associazioni fotografate? Hanno un ‘senso’ o sono casuali?
Nel percorso, queste pianticelle si notano alla base del palo che regge la rete all’angolo della proprietà Scarciglia sull’incrocio Via del Poderino-Via Mazzolari.
Sofia commenta le fotografie precedenti
Per mille motivi diversi, oltre alle avverse condizioni del tempo, non sono più riuscita ad andare
nel ‘percorso floristico’.
Via via però cerco di controllare ugualmente le piantine che inserisci nel blog.
Riguardo l’ultima piantina da te fotografata, direi con sicurezza che si tratta di una “Lamiacea”. Non so perché via via, venga modificato il nome della famiglia di appartenenza.
Personalmente, trovavo comodo e…simpatico quando venivano ancora chiamate “Labiate”. Osservando il tipo di fiore mi sembrava più naturale identificarlo con la forma delle labbra semiaperte.
Forse il significato di “Lamium” porta alla stessa identificazione, se si pensa che possa alludere alla figura di una ‘gola’ rassomigliante alla corolla del fiore.
Etimologia spicciola a parte, con buona probabilità, potrebbe trattarsi di un ‘Lamium bifidum‘. Nella foto non si vede molto bene se il lobo superiore sia suddiviso in due. Il fiore dovrebbe anche presentare delle leggere striature vinate. Riguardo alle foglie, sembrano proprio corrispondere alla suddetta specie.
Comunemente si chiama anche ‘falsa ortica’.
Sofia
___________________________
Le rosette fotografate i primi di ottobre 2015 (prima ipotesi una Primulacea; seconda ipotesi una Composita) non sono mai fiorite e ad un controllo ora sulla forma delle foglie a superficie ruvida venata a piccoli lobi squadrati rialzati, farebbe pensare trattarsi invece di una Borraginacea della specie B. officinalis!
_____________________________