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Dio esiste ? Alcune riflessioni sul tema
del dott. Francesco Gherardini
In generale si mescolano tra loro due questioni che dovrebbero restare distinte: la nascita e lo sviluppo delle Religioni da un lato e l’Esistenza di DIO dall’altro.
Il primo argomento è stato abbondantemente indagato e squadernato da un punto di vista storico, filosofico e psicologico. Pare ormai chiaro che l’atteggiamento religioso sia connaturato con la stessa condizione umana e che abbia come scaturigine il sentimento della “meraviglia”. Dante vi fa riferimento nel Convivio, in Monarchia e nella Quaestio de aqua et de terra. Il nostro sommo poeta ricorda come Aristotele colleghi (nella Metafisica) meraviglia e conoscenza all’interno di un medesimo stato emotivo, generato dall’ignoranza di fronte a ciò di cui non si conosce la causa ; si tratta di una situazione che stimola ad indagare e quindi a conoscere, di una spinta conoscitiva/emotiva , generata dall’impatto con fenomeni naturali straordinari e dalla volontà/necessità di ricercarne le cause. Curiosità e paura insieme. Tutto il processo parte da un complesso di stati emozionali dominati dallo sbigottimento, da un timore simile a quello artificialmente prodotto nella Tragedia (cfr.Aristotele,l a Poetica) per suscitare pietà e paura negli spettatori.
E’ indiscutibile il fatto che l’uomo sia (nonostante tutti gli sforzi sovrumani fatti nei secoli per elevarlo dal suo stato naturale ) un primate, plantigrado come gli Orsi, le Faine o i Procioni, pentadattilo col pollice opponibile e con gli emisferi cerebrali ben sviluppati come le Scimmie. Potremmo ricorrere all’etologia per approfondire, ma credo che sia già sufficientemente chiaro che per questi mammiferi, come noi del resto, la paura è “un’emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo, che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo oppure prodotta dalla fantasia” (Umberto Galimberti). Dunque fin dalla comparsa dell’essere umano sulla Terra duecentocinquantamila anni fa- ma secondo altri archeologi cinquecentomila anni fa – di fronte all’ ignoto l’uomo ha sviluppato questo sentimento composito della meraviglia, dove la paura predomina, ed ha cercato , consapevole della sua inferiorità, di resistere, contrattaccare, infine ingraziarsi lo sconosciuto avversario fino a trasformarlo in protettore. Ha esercitato soprattutto la fantasia e ha popolato il mondo che lo circondava di un numero infinito di esseri immaginati, pensati, mai visti, spesso a somiglianza degli animali o sua propria, collegati alle forze della natura, visibili e invisibili ai nostri sensi, ricchi degli stessi sentimenti contraddittori, odio e amore, pregi e difetti, vizi e virtù.
Il rapporto dell’uomo con questi esseri (RELIGIO= vincolo che lega) si è sviluppato in modalità diverse da un popolo all’altro con atteggiamenti estremi , ora di un’incommensurabile generosità altruista fino al sacrificio della vita ora invece con manifestazioni di inaudita ferocia ( basti pensare ai sacrifici umani o alle cosiddette guerre sante) o più spesso in altri casi con riti scenograficamente perfetti, creati per incutere timore verso la divinità, ammirazione e rispetto per le persone che facevano da tramite (pontifex) e con liturgie che si sono protratte e tramandate nei secoli, passando da una religione all’altra. Le religioni per altro hanno dato anche ampio spazio alla fantasia, all’immaginazione, alle arti e hanno offerto l’illusione di aver compreso una volta per tutte per quale motivo, fine o scopo, l’uomo si trovi sulla Terra. Non hanno voluto rassegnarsi alla semplice constatazione che ci siamo e basta, come miliardi di altri esseri viventi : senza alcuno scopo, come accade dai virus alle mucche, dalle mosche ai criceti. Anche noi esseri umani nasciamo, viviamo, moriamo e basta. “ E’ una triste speranza quella di credere di essere costituiti da una qualche fumosa sostanza immateriale che resti viva dopo la morte […] una prospettiva implausibile e agghiacciante” (Carlo Rovelli ,Helgoland). Recita il coro delle Troiane di Seneca: “ Verum est an timidos fabula decipit /umbras corporibus vivere conditis?”. Una pietosa favola quella dell’anima immortale per consolare i pavidi (timidos), che non si rassegnano al nulla eterno.
Possiamo rileggere Feuerbach per capire meglio i meccanismi della proiezione che hanno portato l’uomo a costruirsi gli Dei oppure semplicemente pensare a quale punto è arrivato l’antropomorfismo religioso dagli Egizi fino a noi oppure riflettere sul fatto che già i Greci in fondo consideravano poco potenti gli Dei, ben poca cosa di fronte al Fato, di cui dicevano tutto senza realmente sapere niente.
Nel mondo contemporaneo si manifestano migliaia di indirizzi religiosi diversi che condizionano pesantemente i vari popoli. Noi , volenti o nolenti, siamo intrisi di cristianesimo/cattolicesimo ; una religione piena di dogmi, di misteri imperscrutabili, di vicende poco verosimili, mariolatrica nella versione del cattolicesimo, piena di miracoli e di santi che ci propone l’idea di un Dio unico, onnipotente e onnisciente, creatore dell’Universo e ovviamente anche dell’Uomo, straordinariamente misericordioso, sempre pronto ad aiutarci se invocato e capace di perdonare anche gli errori più gravi al punto che ormai molti teologi propongono come vuoto anche l’Inferno. Si tratta di un Dio difficile da pensare e da raffigurare, Pater Noster, ma anche Madre amorevole nella versione di Giovanni Paolo I, al quale è stato affiancato il Volto di un essere umano straordinario in carne e ossa, disposto a sopportare patimenti atroci pur di salvare l’Umanità dal “peccato” ossia dalla sua barbarie e dalle sue nefandezze perpetrate su questa Terra; una Parola (verbum) e un volto vero per una figura, quella di Dio, altrimenti inimmaginabile e incommensurabile; già Aristotele aveva capito che immaginiamo solo ciò che abbiamo già visto e che non possiamo figurarci l’Infinito.
Come non accennare al fatto che Baruch Spinoza pose perfino il tema della materialità di Dio (come può un essere perfettissimo non avere anche questo attributo? Deus sive Natura) e non pensare a quali difficoltà incontra un simile pensiero tanto più oggi che sappiamo che l’Universo è infinitamente grande con miliardi di galassie che hanno miliardi di stelle con miliardi di pianeti? Come dovrebbe essere questo Grande Architetto dell’Universo (per dirla con terminologia massonica) che ha creato il tutto più di tredici miliardi di anni fa (Big Bang)? E avrebbe fatto tutto questo per noi? Per vederci all’opera? E avrebbe fatto morire tra atroci sofferenze il suo figlio unigenito per liberarci “a Malo” ?
C’è voluto un bel po’ di tempo a veder e sprigionare quella scienza , che con grandi difficoltà e piccoli passi, con errori e contraddizioni, oggi è capace di affrontare realisticamente le difficoltà e i mali che attanagliano la vita umana ; finalmente a partire dall’Illuminismo (Aufklarung) si è generato un atteggiamento ben diverso dall’attesa messianica e dall’abbandono fideistico. Ci sono dei versi commoventi di Lucrezio che richiamano la tragedia di Ifigenia ed elogiano Epicuro: Humana ante oculos foede cum vita iaceret/in terris, oppressa gravi sub religione/quae caput a caeli regioni bus ostendebat/horribili super aspectu mortali bus instans,/primum Graius homo mortalis tollere contra/est oculos ausus primusque obsistere contra;/ quem neque fama deum nec fulmina nec minitanti/ murmure compressit caelum, sed eo magis acrem/inritat animi virtutem , ecfringere ut arta/naturae primus portarum claustra cupiret. Lucrezio esalta Epicuro che per primo da umile mortale ha osato sfidare così grandi potenze e spezzare i serrami che impedivano di conoscere realmente la Natura.
Le religioni , anche la nostra, si sono manifestate spesso con un volto orrendo, quando e perché sono diventate strumento di governo e di potere ; si resta sgomenti quando di pensa alle esperienze del passato alla notte di San Bartolomeo o alla Crociata contro gli Albigesi; ci si sente ancora peggio pensando che dopo tanti secoli nel nostro mondo contemporaneo dobbiamo fare i conti con la Jihad islamica o assistere agli orrendi massacri dell’ISIS oppure nell’Europa del relativo benessere alla pulizia etnica in Bosnia o alla recentissima guerra caucasica tra Armeni e Azeri, condita anche da contrapposizioni religiose. Ma come in tutte le vicende e le manifestazioni umane per fortuna c’è anche il risvolto della medaglia, c’è chi in nome della propria fede religiosa compie azioni mirabili; per fermarci all’oggi possiamo citare l’abnegazione e il coraggio dei missionari, la figura di Madre Teresa, il lavoro della Caritas, ma anche di tanti numerosi sconosciuti che operano il bene disinteressatamente per amore, volendo imitare l’esempio di Gesù fino a congiungersi spiritualmente con lui ( fin dal XIV secolo Tommaso da Kempis De imitatione Christi, il monaco benedettino dà precetti per la vita interiore e per la pratica quotidiana delle virtù cristiane).
Certo la Scienza dura una grande fatica nel prospettarci che cosa sia realmente il Mondo e quale ruolo possano svolgere gli esseri umani verso se stessi e verso l’ambiente, flora e fauna, che li accoglie. Oggi ne sappiamo troppo e contemporaneamente troppo poco. La Fisica ci sconvolge al punto che non sappiamo più come rappresentarci l’universo e le forze che lo governano. E’ facile accettare l’idea shopenaueriana del Velo di Maja, il fatto che l’uomo vede il mondo non com’è, ma come desidera che sia. Quel mondo che noi crediamo di conoscere con le persone, gli animali , le piante e le cose, quello pensato dal materialismo semplicistico è già stato abbondantemente stracciato dalle teorie di Einstein e ancora di più da quella di Werner Heisenberg, la teoria dei quanti; siamo fatti di elettroni e di protoni, attraversati continuamente da neutrini e la materia è rimpiazzata da fantasmatiche onde di probabilità (Carlo Rovelli) , per non parlare della materia oscura e dei buchi neri e dei miliardi di galassie che corrono a velocità spropositata non si sa dove. Il mistero si infittisce, ma non ci sono alternative alla ricerca e al progresso scientifico, per stare tranquilli (e illuderci ) non è che possiamo tornare alle teorie creazioniste come accade in diversi stati americani e bandire Charles Darwin. Oppure pensare come l’arcivescovo Berkeley che è tutto un sogno, l’anteprima di un Truman show, che al momento della nostra morte ci sarà svelato da Dio.
La nostra religione a differenza di altre è nata dalla ricerca della solidarietà e dell’amore erga omnes, dalla speranza che tutto possa cambiare in meglio ( Sermone della Montagna) ; in fondo è bello immaginare che un uomo sia la parola di Dio incarnata (Verbum caro factum est ). A questo punto la questione si sposta sull’esistenza reale di questo unico Dio e si scioglie da sé.
Per san Tommaso non può esserci contraddizione tra Ragione e Fede, la Fede afferma sempre la verità, se non concordano, ha torto la Ragione. Non mi pare una premessa molto democratica! San Tommaso propone cinque strade che portano alla certezza dell’esistenza di Dio (ex motu, ex causa, ex possibili et necessario,ex fine, ex gradu), in realtà conducono tutte semplicemente ad affermare l’esistenza dell’Idea di Dio, che nessuno nega. Teniamoci piuttosto a Kant e alla sua conclusione ovvero che non si può né affermare né negare l’esistenza di Dio, una cosa ben diversa e più fruttuosa è credere all’esistenza storica di Cristo e osservare convintamente i valori che ci ha indicato.
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