FOTOMETRIA APPLICATA ALLA ASTRONOMIA SIDERALE di A. Valetti, accademico – art. ripreso da “Didattica delle scienze, La Scuola, Brescia”

N. B. – Qualora editore ed autore non volessero mantenere il seguente scritto in questo blog, completamente auto-finanziato, senza alcun fine di lucro, portale aperto alla cultura scolastica e alla cultura sociale, lo comunichi alla mail ao123456789vz@libero.it, e nell^immediato verrà definitivamente eliminato.

 

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QUELLO CHE NON TI HO MAI DETTO da “Via de Labirinti”; di Roberto Veracini

Da “Via de’ laberinti” (La vita felice, Milano, edizione ampliata 2020)

Nuova sezione: QUELLO CHE NON TI HO MAI DETTO

Con il tempo si ricordano

certi particolari del volto, i gesti,

si fissano nella memoria le espressioni

di una vita. Di mio padre ricordo

il sorriso da ragazzo e la luce

degli occhi, una contrazione impercettibile

della bocca quando incontrava una difficoltà,

una felicità trattenuta, controllata, infine radiosa

quando c’era da essere felici.

Fino all’ultimo era convinto

che sarebbe uscito

da quell’ospedale, si preoccupava

delle cose da fare, una volta fuori.

Era fatto così.

Non ne va bene una, diceva,

ma poi tornava ad aver fiducia nelle cose

della vita. Guardava avanti

sempre con quel sorriso

e gli brillavano gli occhi

Quello che non ti ho mai detto

a mio padre

Quello che non ti ho mai detto

è che mi piaceva tutto di te

anche se era tutto diverso

da me

*

Ora che invecchiando

sempre più ti somiglio

provo un piacere tutto

nuovo e inaspettato

*

Il tuo sorriso è rimasto

nella casa, non ci abbandona,

ma non riusciamo ancora

a farlo entrare in noi

*

Guardo i tuoi strumenti

di lavoro e immagino

le mani, che avevi

esili e giovani

*

Sono ancora qui

a pensarti

come mai prima,

come se

prima non fosse mai

stato. Ma questo

vuoto è così pieno

di te che nemmeno io

so come

Ospedale

(Il tradimento del figlio)

Ogni tanto il tuo sguardo

mi cerca, sospettoso,

mi stai ingannando?

Io vorrei sottrarmi

a quegli occhi

che forse già sanno

e pesano increduli

ogni mio cenno,

davvero mi stai

ingannando?

La responsabilità

Come se queste radici

portassero altri pesi

che non so decifrare.

Certe volte ascolto i tuoi

passi, che immagino leggeri

ma sono pesantissimi

e allora odio il figlio

che non vuole crescere,

il suo restare ovunque

esule.

Ma tu mi guardi e sorridi,

e rigiri ancora

fra le mani i miei fogli,

come facevi sempre

negli ultimi giorni

Roberto Veracini