QUESTI POST SONO DA RIVEDERE E CORREGGERE
N.B. – SE NON ESPLICITATO ALTRIMENTI, TUTTE LE FOTO, PROGETTI, SCRITTI, ARGOMENTAZIONI E COMMENTI SONO
DEL COORDINATORE PIERO PISTOIA
Continua il monitoraggio botanico-educativo delle piante selvatiche, a scansione mensile, lungo un percorso, alla periferia del paese di Pomarance, che, inserito nel paesaggio floristico della Val di Cecina, ne riflette le sue caratteristiche botaniche essenziali. Data la vicinanza delle Scuole, potrebbe, nel tempo, se mai la Buona Scuola diventerà attiva, essere utilizzato anche per passeggiate scolastiche culturali ad uso didattico – infatti la comunicazione non sarà meramente descrittiva, ma spesso inserita in un processo costruttivo di ricerca/scoperta, cioè nei contesti delle OSSERVAZIONI SCIENTIFICHE scolastiche – e in generale come stimolo all’osservazione guidata della Natura Spontanea della zona, e non solo (se è vero che tutta la vegetazione italiana e delle Nazioni limitrofe risente mediamente del clima dell’area mediterranea, circa alla stessa fascia di latitudine). Questa comunicazione culturale può così ravviare il concetto di diversità biologica e attivare una interazione più diretta e positiva con il mondo della Natura. E questo è CULTURA! forse più significativa e formativa di altre e senza consumare risorse.
PARTE III IN VIA DI COSTRUZIONE
COME NELLE ALTRE PARTI I TESTI QUALIFICATI DI RIFERIMENTO PER QUESTO LAVORO SONO PRINCIPALMENTE I SEGUENTI (consigliamo i lettori di procurarseli per i riferimenti, l’approfondimento di questo post e la qualificazione delle biblioteche personali!):
EUGENIO BARONI “GUIDA BOTANICA D’ITALIA” Ed. CAPPELLI
PIETRO ZANGHERI “FLORA ITALICA Vol. I-II-III” Ed. CEDAM
SANDRO PIGNATTI “FLORA D’ITALIA Vol. I-II-III” Ed. EDAGRICOLE
EDUARD THOMMEN “ATLAS DE POCHE DE LA FLORE SUISSE” EDITIONS BIRKHAUSER BALE.
VENGONO ANCHE CONSULTATE DUE GROSSE ENCICLOPEDIE SUL REGNO VEGETALE, L’UNA EDITA DA VALLARDI E L’ALTRA DA RIZZOLI; E SVARIATI ALTRI TESTI SECONDARI DI DIVERSE CASE EDITRICI CHE NOMINEREMO QUANDO NECESSARIO.
A questi testi si farà continuamente riferimento esplicito e si spera che Autori ed Editori permetteranno di trasferire qualche disegno schematico di chiarimento dai loro testi a questo post, il cui unico obiettivo è e rimarrà solo quello di ‘costruire’ e comunicare didatticamente cultura, per quanto ci riesce, sempre del tutto gratis. Questo blog non ha alcun fine di lucroed è autofinanziato. Comunque siamo disponibili nell’immediato a qualsiasi intervento su questo post su avvertimento (al limite, se necessario, anche a sopprimerlo!)
Il testo teorico di riferimento sarà:
Carlo Cappelletti “BOTANICA, Vol. I° e Vol II°”, UTET
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COMMENTI E PROPOSTE (NDC)
In generale le interferenze umane sulle erbe selvatiche sono certamente invasive ai bordi della strada del nostro percorso, che rappresentano appunto le aree dove esse principalmente possono crescere. Ciò potrebbe rendere la loro oscillazione stagionale sempre meno regolare, come pure le loro presenze, per cui il nostro post che le registra nel corso di un anno, perderebbe velocemente nel tempo (nel corso degli anni) la sua valenza informativa e culturale venendo a mancare precisi riferimenti. L’idea iniziale era appunto che col tempo, aumentando negli umani la tendenza verso un sempre maggiore interesse per le cose naturali e per la bio-diversità, il nostro post col tempo avrebbe potuto avere più successo. Questo sembra nell’aria anche suggerito dal grande spazio dato dalla comunicazione di massa ai problemi della Natura; per non parlare poi della presa di consapevolezza che dovunque ha forza il complesso, anche trascurabili eventi – come per es., la nascita o la morte di una misera bonariensis, o sumatrensis che sia, in qualche punto dell’Universo…, possano sviluppare, lontano in s e in t, grande energia (l’Universo se ne accorge! e forse dovremmo anche noi ). Il Cosmo o il Creatore è probabilmente sensibile alle variazioni entropiche di qualunque entità e dovunque si realizzino.
La BIO-DIVERSITA’ è l’insieme delle varietà di organismi viventi nelle loro diverse forme e diversi eco-sistemi; varietà di organismi, piante, animali, eco-sistemi legati tutti gli uni agli altri, e tutti indispensabili. Anche l’uomo fa parte della bio-diversità e sfrutta i servizi che questa offre. E’ grazie alla bio-diversità che la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia, risorse per la nostra vita quotidiana. La bio-diversità è infatti il presupposto della vita sulla terra.
L’uomo non ha il diritto di estinguere specie ed eco-sistemi. Non ha il diritto di crearne altri. Ha invece il dovere di risanare l’ambiente (già oggi in stato precario) e le risorse della terra per le generazioni future.
Vengo a proporre così di estendere il nostro circuito di studio ad una piccola zona che risenta meno delle interazioni umane, necessarie, d’altra parte, per aumentare la qualità della nostra vita (si progettano sempre più monoculture, si distruggono le erbacce dovunque, quando danno noia ed anche se non la danno, dai campi, dagli orti, dai bordi delle strade, dai fossetti…, per non parlare dello strazio perpetrato, con atteggiamento ‘catechistico’ ed autoritario, sulla flora nei giardini, solo per soddisfare il nostro senso estetico con la presunzione che sia unico e che coincida con quello dell’Universo o del Creatore, senza guardare in faccia nessuno). Meglio sarebbe mantenersi il più vicino possibile a cosa farebbe da sè la Natura!
Rimane comunque sedimentato un dubbio su cui riflettere: ma un mondo vivente neo-darviniano sollecitato continuamente a reagire per sopravvivere, non è forse tendenzialmente più aperto alla bio-diversità? Beh! quando siamo su fenomeni complessi più percorsi razionali sono disponibili. La Verità (epistème) non è cosa umana; di qui la relatività di giudizi ed opinioni, meglio propendere per una multi-metodologia generalizzata in ogni campo di conoscenza e di interpretazione del mondo, anche in area sociale, come sembra si evinca dalla epistemologia anarchica Feyerabendiana.
Cerchiamo, comunque per ora di agganciare così il vecchio percorso ad un breve, ma ‘denso’ anello verde più omogeneo nel tempo. Si potrebbe prolungare dall’incrocio con Mazzolari per un centinaio di metri fino all’incrocio, presso il podere Poderino, con il Viale Modigliani e, attraversando la strada, salire dalla piccola rampa nel grande prato verde sopra-strada e procedere a zig-zag per qualche altro centinaio di metri in un anello che gira intorno al prato stesso o come vi pare, fra un taglio di erba e l’altro. L’unica interferenza umana sarebbe appunto legata al mantenimento ordinato di questo piccolo parco, mentre i fruitori di questa zona sarebbero certamente più indirizzati e coinvolti ad una osservazione più accurata e curata della Natura, magari sarebbero anche stimolati a provare altri percorsi. Col tempo prevedo che lo studio più accurato della flora spontanea di questo piccolo parco, e quindi il nostro post, diventerà sempre più rilevante e sarà sempre più visitato, tendenzialmente col resto del percorso.
In definitiva le piante spontanee di questo anello verde meglio rappresenterebbero la flora selvatica della nostra zona. Ci procureremo la carta topografica della piccola zona di S. Barbara-Asilo nido, aggiusteremo il percorso per segnare i punti di riferimento sul breve o sui brevi circuiti nuovi.
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FINE NOTA DEL COORDINATORE (NDC)
La PARTE SECONDA, troppo linearmente estesa, creava difficoltà nell’espandersi ulteriormente e nella consultazione che sarà da riprogettare. Così abbiamo deciso di trasferire i diari di Sofia dal 24 marzo in poi su questo nuovo post.
A PARTIRE DAL 24 marzo il Diario Floristico verrà trasferito nella PARTE TERZA
IL DIARIO DI SOFIA DEL 24 MARZO
Nel ns percorso giornata di sole, in un tripudio di colori e di piantine finalmente svegliate dalla primavera.
All’inizio della strada, scendendo, dopo circa 15-20 metri dopo il cartello per il podere San Pietro, sull’argine sx ho notato alcune piantine di ‘Viola odorata’ e di ‘Muscari botrioides’ . Sulla dx il ‘Ranunculus ficaria’ che colonizza parte della fossetta.
Proseguendo verso S. Anna: ‘Borsa pastore’ (Capsella bursa pastoris), l’interessante Brassicacea già notata nel mese passato e che ora sta maturando i suoi semi.
Proprio vicino a questa, in mezzo all’erba rigogliosa, ho notato delle piantine di ‘Ornitogalum umbellatum’ (Latte di gallina), che via via ho rivisto durante tutto il tragitto.
ORNITOGALUM umbellatum (latte di gallina)
Nell’intero percorso, ma in maniera più significativa, nei pressi del Ponso, si alternano tre bellissime Lamiaceae: Lamium bifidum; Lamium purpureum; Lamium amplexicaule.
Le piantine già ben sviluppate e in piena fase di fioritura, mostrano evidenti le differenze che rendono sicura l’identificazione.
LAMIUM purpureum1
LAMIUM purpureum2
LAMIUM amplexicaule
LAMIUM bifidum
Ancora nelle vicinanze di S. Anna ho scorto nell’erba già alta, due ‘Cariophillaceae’ piuttosto rassomiglianti.
Messe a confronto però, si possono facilmente notare diverse differenze che ne contraddistinguono la specie.
‘Cerastium glomeratum’ (peverina dei campi) e ‘Stellaria media’ (Centocchio comune).
Cerastium glomeratum (peverina dei campi)
Stellaria media (centocchio comune)
Poco distante dal Ponsino, una bella fioritura di ‘Borago officinalis’. Proprio dove era apposto il tuo cartellino identificativo.
Vicino zona Ponso, proseguono accanto al vigneto sulla sx, le belle fioriture di ‘Calendula arvensis’.
Borago officinalis
Calendula arvensis
Sempre zona ‘Ponso’ , bella fioritura della ‘Cerinthe major’.
Accanto piante rigogliose di ‘Euphorbia elioscopia’, che si ripetono qua e là in tutto il percorso.
Aria di primavera, quindi, anche tra gli arbusti presenti nel tragitto.
Candide fioriture di ‘Prunus spinosa’ (Pruno selvatico o Prugnolo), nella siepe davanti S. Anna.
( Dai frutti di questa pianta ho ricavato delle marmellate e liquori stupendi!!)
Vicino a San Domenico i grappoli fioriti dell’Acer Monspessolanum (Acero minore o trilobo). Si riconosce facilmente dagli altri Aceri per la forma trilobata delle foglie.
Proprio di fronte agli aceri che contornano il confine sud della casa, ho anche fotografato le samare dell’ Olmo campestre (Ulmus minor).
PRUNUS spinosa
Stamani, 30 Marzo, io Sofia, ho cercato di fare qualche foto delle piantine che ho incontrato, privilegiando il loro ambiente, vicino ad altre specie e mettendo in risalto anche qualche particolare, non solo del fiore. Fammi sapere, così prima o poi diventerò un ‘gatto perfetto’ (o quasi!). (In effetti si richiedeva che i lettori, compreso me, diventassero ‘gatti perfetti! non tu che lo sei già! e qualcosa di più. Nota del coordinatore: NDC)
Difficile per tutte le piante incontrate stamani, la loro collocazione in punti ben precisi del percorso, in quanto si ripetono con le loro fioriture, qua e là lungo tutto il tragitto. (NDC: in questi casi scegli un esempio più significativo di localizzazione)
Al bordo della strada, fin dall’inizio della passeggiata ho notato una ‘Geraniacea’ (già presa in considerazione qualche tempo fa e da te personalmente fotografata).
Ora che mostra i suoi frutti, con buona probabilità possiamo classificarla come ‘Erodium malacoides‘, chiamata anche ‘Becco di gru malvaceo’, proprio per il tipico aspetto dei frutti.
Dalla porzione inferiore del frutto, avvolto in un calice contenente i semi, esce una protuberanza che ricorda la forma di un becco, lungo 2-3 cm, da cui il nome della pianta.
Mi hanno incuriosito altre due piccole Geraniacee, che ho fotografato solo nelle vicinanze di Sant’Anna.
Per me non di facile identificazione, in quanto le piantine sono ancora poco sviluppate e solo in fase di fioritura.
Si potrebbe trattare però, con probabilità di ‘Geranium rotundifolium’ e di Geranium purpureum’
Geranium purpureum1
Geranium purpureum2
Geranium purpurem3
GERANIUM purpureum4
GERANIUM purpureum5
GERANIUM rotundifolium1
GERANIUM rotundifolim2
Delle due piccole Caryophyllaceae fotografate nella precedente passeggiata, aggiungo oggi qualche immagine dei particolari delle foglie e del loro habitat .
La Stellaria media, molto più rigogliosa e invasiva.
‘Cerastium glomeratum’ con i suoi fiori agglomerati in cime, che mostra una evidente maggiore peluria su tutta la pianta.
Con sorpresa, dato che nella passeggiata della scorsa settimana non avevo scorto traccia, stamani ho notato su gran parte del bordo della strada, ma soprattutto, sul lato dx, opposto al pelago, tante piccole piante di Myosotis arvensis.
I piccoli fiori scorpioidi celesti, si rendono visibili espandendosi anche tra l’erba che li sovrasta.
SOFIA
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INTERMEZZO NDC
O.K. SOFIA, hai fatto un’ottima integrazione. Era meglio però se io avessi correlato insieme le foto e le informazioni aggiuntive relative ad ogni specie trattata e non come un diario lineare; in effetti mi sono ‘impelagato’ nel ‘filare’ tre scritti di statistica contemporaneamente di cui non vedo la fine e ciò, coniugato alla diminuzione della potenza mentale che possedevo un cinquantina di anni fa, mi impedisce di entrare con disinvoltura nel merito del fare. Bisognava anche che io integrassi le tue foto con qualche schemino e schizzo per agevolare la ‘facoltà a gatto’ e magari aggiungere qualche foto di comunità di pianticelle spontanee, tanto per riassumere. Con calma vedremo. Sarebbe opportuno che tu, almeno fino alla fine del ciclo di questo diario floristico (maggio-giugno), continuassi le osservazioni sul percorso allargato come hai fatto ultimamente, ‘sbizzarrendoti’ come ti pare; anzi sarebbe molto meglio se tu leggessi qualche manuale di wordpress (scaricato da internet), entrassi nell’edit e memorizzassi da sola il tuo lavoro come ti pare; le coordinate te le detti. Se poi vuoi una breve sintesi operativa su come fare cerco di preparartela. Alla fine del ciclo annuale potremmo agganciare questo piccolo anello verde con un altro percorso e iniziare un altro ciclo. Se sei disponibile, vedremo.
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FINE INTERMEZZO
Oggi martedì 5 aprile ho notato che è sparito il terzo cartello in lega di alluminio indicante l ‘Asteracea, Aster linòrisis, posto, scendendo, poco dopo il secondo ingresso alla prima proprietà Sant’Anna, sull’argine a sinistra. Gli altri due cartelli indicavano la Borago officinalis e l’Achillea millefolium.
Oggi mercoldì 6 aprile il cartello sparito era invece ripiegato nell’erba!
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IL DIARIO DI SOFIA DEL 17 APRILE
Uruspermum dalechampii
Uruspermum dalechampii – Boccione maggiore (Asteraceae)
La rosetta basale di questa specie è un buon commestibile.
La pianta spicca lungo i bordi della strada per i suoi grandi capolini color zolfo. Tutta la pianta è pubescente, quasi vellutata. Il fiore è portato da un caule eretto, talvolta ramificato. La sua diffusione è dovuta grazie ai suoi lunghi acheni rostrati, che portano in cima un pappo piumoso.
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INTERMEZZO NDC
Commento e proposta del coordinatore
1 -Lungo tutto il percorso dominano Composite o Asteracee (erbe di campo) con capolini gialli somiglianti a quella descritta (almeno ad occhio), piuttosto alte e molto diffuse, specialmente sul poggio del Ponso, che hanno le foglie non regolari pennato sette ‘spinate’ al bordo come nelle foto con boccioli a ‘lumino ad olio persiano’ bombati alla base (sembra che siano ora le Composite appariscenti più dominanti); sarebbe comunque il tempo di classificare anche altre erbe di campo ora in fioritura:
Boccioli come ‘lumino ad olio persiano’
2 – Segue anche la foto di un rametto della Uruspermun dalechampii (boccione maggiore) che mancava fra le foto precedenti da cui si può intuire la rosetta di base edule, già descritta precedentemente:
3 -E’ necessario sapere con la massima precisione possibile (più o meno 1 metro) dove si possono vedere queste piantine (questo aspetto è più importante delle foto e dello scritto, perché foto e scritti di pianticelle si trovano a migliaia su Internet!). Per es. scendendo verso il podere S. Domenico, davanti al podere che è a destra, in corrispondenza dell’ultima finestra, c’è un grosso cipresso verso la strada; al là della strada, dinanzi a questo cipresso, vicino ad un palo scalcinato del telefono, c’è una piantina che sembra una Orobanche (o forse è un’orchidea?), nel bordo sterrato della strada… almeno ieri c’era! oggi non c’è più, per cui non è stato possibile fare la foto e quindi la classificazione! Per quel che vale, rimane almeno la trascrizione del suo ricordo nel nostro blog! Questo! deve essere scritto e questo! su Internet non c’è. E questo! vale per tutte le piantine osservate e se sono diffuse, si deve individuare un posto (con le sue coordinate più precise possibili) dove sono più concentrate; fare riferimenti ai pali del telefono e della luce, ai cartelli stradali…al limite ci si mette vicino un sasso visibile o ci si pianta una stecco! Così la foto che segue è una piantina a fiori azzurro rosato che, scendendo a destra sulla vicinale S.Anna, si trova all’inizio della rete coperta da telo scuro dell’uliveta a sinistra, prima del Ponsino: prima ipotesi->una Liliacea, Muscari (Leopoldia) comosa (19-4)
Muscari comosa (?)
C’era ieri, oggi non c’è più!? Un esemplare (in via di espansione) si può osservare oggi (21_4) salendo da S. Vittore verso il Ponso, a destra, vicino alla base del terzo palo del telefono dalla cima.
Due piantine colorate descritte nel blog, da un giorno all’altro stranamente spariscono!?
Attualmente esiste una fioritura sempre più diffusa di una specie di ombrellifera, e questo anche fuori del percorso (sembra che dovunque esiste un’ombrellifera, questa sembra uguale alla nostra); di qui l’importanza della sua classificazione. E’ abbondante alla fine del percorso nel campo a destra, dopo la seconda indicazione per il Mirto, dove si affaccia un’ala del grande cancello aperto. Sembra si tratti di un ombrellifera a ombrella complessa con una decina (?) di peduncoli lunghi e infiorescenze separate, ognuna con una ventina di fiorellini che sta fruttificando; da classificare. Ecco una prima foto da ‘leggere e approfondire’ (semi molto regolari a disco piatto ovale (l. max 6-7 mm), crenato al bordo leggermente rialzato sui due lati; al centro del bordo esiste una linea continua al contorno che sembra separare due corrugazioni relative alle due facce, tanto da dare l’impressione di due semi piatti saldati; sembra esista anche un piccolo oggetto al centro dell’infiorescenza, che rimane togliendo tutti i semi; forse potrebbe essere un fiore sterile):
Sofia ha visto la foto ed ha proposto, come ipotesi tentativa, l’Apiacea Tordilyum àpulum.
P. Zangheri “Flora Italica I” così descrive l’ Umbellifaera àpulum: ‘ha un solo petalo raggiante a due lobi uguali, ombrelle 3-8 raggi, frutti di 5-8 mm a bordo glabro corrugato e dorso con piccoli peli’
S. Pignatti “Flora d’Italia II” descrive l’Apiacaea Tordilyum: ‘Frutto appiattito, foglie a segmenti numerosi, larghe da uno a pochi cm; radici senza rizoma, a fittone; acheni saldati fra loro mediante l’ala marginale che forma un anello continuo attorno al seme, generalmente crenato’.
Sempre Pignatti descrive la foglia inferiore dell’ Apiacea T. àpulum ‘Fusto eretto ramoso…Foglie basali imparipennate con picciolo di 4-5 cm e lamina divisa in 7-9 segmenti ovali (circa 12*15 mm) poco differenti l’uno dall’altro, ciascuno con 5 lobi profondi e margine crenato; foglie cauline simili, ma subsessili’
Umbellifera Tordylium apulum
L’ipotesi di Sofia sembra per ora corroborata.
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La presunta Papilionacea descritta nella seconda parte, tendenzialmente strisciante con caule alato e grandi foglie ovali che terminano con tre filamenti per attaccarsi durante la crescita – il loro numero è aumentato -, che classificai, come ipotesi generica, una veccia, è cresciuta e sta fiorendo; sarebbe da precisarne la classificazione e fotografare la parte fiorifera che è complessa. E’ molto diffusa su ambo i lati del percorso, oltre la grossa quercia cava colpita dal fulmine che Sofia classificò come una Roverella (a pochi metri dal primo cartello per il mirto); ma in particolare nel tratto più inferiore nei pressi del secondo cartello per il mirto. A fine Maggio questa Fabacaea ha messo i frutti, baccelli con semi scuri ed è stata classificata da Sofia come Lathyrus ochrus, cicerchia pisellina. Da precisare la quercia di riferimento! (NDC). Si tratta della quercia cava o della seguente?
Quali delle due è la roverella?
Iniziano la fioritura, dove erano, le Achillee millefolium e la Filipendula (Spiraea) exapetala; appaiono grosse rosette di base forse di Verbascum tapsus, sull’argine del Ponsino, come previsto da una lontana piantina che riuscimmo a vedere e fotografare fiorita e con semi, mentre una rosetta analoga, sulla sinistra scendendo, da Poggio Bartolino verso il Mirto, davanti all’ingresso al campo sulla destra, è stata frantumata dai taglia-erba.
I verbaschi (?) del Ponsino fotografati il primo maggio.
Forse Verbascum tapsus subito dopo il Ponsino scendendo a destra. Da analizzare l’associazione.
Subito prima del Ponsino sull’argine a destra forse un V. tapsus. Da analizzare l’associazione. Di queste incerte piantine Sofia propone, in attesa di vederle fiorite (a fine maggio ancora niente), l’ipotesi che appartengano alle Composite.
Dovunque sono esplosi gli aglietti di campo e si mantengono floride le Euforbie come l’E. elioscopia.
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fine intermezzo
Silene latifolia
Silene latifolia – Caryophyllaceae
Tutta la pianta è pubescente, molto morbida al tatto. Le grandi foglie sono picciolate alla base, sessili quelle cauline. I curiosi frutti che maturano in estate, sono capsule coniche piuttosto consistenti, contornate di dieci piccoli denti all’apertura. L’insolita forma, sembra sia legata alla figura mitologica di Sileno (compagno di bevute di Bacco), il cui ventre rigonfio ricorda la forma del calice della pianta e da cui ha preso il nome di Silene.
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Salvia verbenaca
Salvia verbenaca (Lamiaceae)
Le foglie della rosetta basale, sono molto appiattite sul terreno, mostrano evidenti rugosità. Hanno 3-4 lobi ottusi per lato con margine crenulato. Sorrette da un picciolo.
Si differenzia dalla Salvia pratensis anche dalla forma della corolla: bilabiata, con labbro superiore ricurvo, inferiore trilobato e il mediano rivolto verso il basso.
E’ curiosa l’etimologia della parola ‘Salvia’, dal latino ‘salveo’ (io salvo). Si riferisce alle innumerevoli proprietà medicamentose riconosciute da sempre a questa pianta, che veniva ritenuta in antichità in grado di salvare da numerosi malanni.
A lato della strada che porta a Viale dei filosofi
A lato della strada che porta a Viale dei filosofi, negli spazi erbosi vicino al bordo della via, a zig-zag, ho osservato a poca distanza queste due ‘Papaveracee’, che ho ritenuto interessante mettere a confronto.
Papaver hybridum:
a differenza del ‘Rhoeas’, la pianta di questo papavero è notevolmente meno sviluppata. I petali che compongono il fiore sono molto più piccoli, con colorazione rosso-rosaceo ‘stropicciato’. Spiccano le antere di colore blu chiaro.
Papaver rhoeas:
I fiori sono portati da peduncoli molto lunghi, ricoperti di peluria patente. Il colore dei petali è rosso vivo lucente, con base macchiata di nero. Anche i numerosi stami sono neri.
Papaver hybridum:
a differenza del ‘Rhoeas’, la pianta di questo papavero è notevolmente meno sviluppata. I petali che compongono il fiore sono molto più piccoli, con colorazione rosso-rosaceo ‘stropicciato’. Spiccano le antere di colore blu chiaro. Anche le foglie…
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Papaver rhoeas:
I fiori sono portati da peduncoli molto lunghi, ricoperti di peluria patente. Il colore dei petali è rosso vivo lucente, con base macchiata di nero. Anche i numerosi stami sono neri.
N.B. Alla fine di Aprile, il tratto incrocio precedente è stato rapato!
Cardaria draba (Lepidium draba) – Lattona; Brassicaceae
Ogni tanto i botanici, chissà mai con quale astrusa motivazione, cercano di confonderci, modificando il nome alle famiglie di appartenenza delle piante.
Ogni volta che mi capitava di osservare un piccolo fiore con quattro petali a croce, veniva naturale abbinarlo alle ‘Crucifere’, proprio come suggerisce la parola e così via. Oggi queste sono diventate tutte ‘Brassicacee’, ma non è facile trovarci la rassomiglianza con un cavolo!
L’infiorescenza di questa piantina infestante, che tappezza il bordo della strada, è una densa pannocchia formata da numerosissimi piccoli fiori bianchi, con i petali disposti a croce.
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Per chi vuol osservare la L. (o Cardaria) draba essa è diffusa in particolare andando da l’ultimo edificio del podere Sant’ Anna verso San Vittore fino al pelago, ma sulla destra della strada. Un piccolo cartello indicativo in legno è stato posto il 22-4 presso il primo ingresso alla proprietà San Vittore vicino alla strada sulla sinistra, ad una piantina di L. draba, nata insieme a due piantine di Salvia verbenaca. Non so quanto durerà. Era anche presente abbondante a Poggio Bartolino nel prato davanti, oltre la strada sotto i cipressi, ma è passato il frangi-erba (NDC)
VEDERE IN: 1592-1593 CARDARIA (Lepidium) draba (da P.Zangheri “Flora Italica II, 44”, CEDAM.
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LE PIANTE OSSERVATE E COMMENTATE DA SOFIA il 20_4
PIANTE CON CAPOLINI GIALLI
Tutte le specie descritte sono state osservate e fotografate nell’argine sx sottostante il podere di Sant’Anna. Le piante tutte molto rassomiglianti, specialmente nella rosetta basale e nei capolini, sono pure tutte quante commestibili. Le uniche, poche differenze si evidenziano nella struttura delle foglie e nella forma dell’infiorescenza.
Crepis vesicaria (Radicchiella vescicosa):
è una ‘crepide’ le cui foglie basali sono molto simili a quelle del Tarassaco. Riconoscibile dal fiore, che nella fase di accrescimento, mostra un grosso gruppo di boccioli appressati e numerosi, che a completa fioritura si espandono in una grande ombrella terminale. La pianta può raggiungere anche un metro di altezza.
Crepis sancta:
comunissima e infestante ‘radicchiella’ che ha capolini singoli o infiorescenze di pochi elementi. Anche se può raggiungere mezzo metro di altezza, è di aspetto molto più gracile e delicato dell’altra ‘crepide’.
Crepis sancta
Crepis vesicaria
2 Reicardia picroides
2) PIANTE CON CAPOLINI GIALLI
Reicardia picroides:
comunemente nella nostra zona, questa pianta viene chiamata ‘terracrepolo’ per la sua caratteristica crescita in habitat dove sono presenti rocce o terreni compatti. L’infiorescenza è sostenuta da un lungo peduncolo; il capolino ha tipiche brattee embricate, lanceolate. Le foglie basali,ottime anche crude, sono di consistenza carnosa, color verde glauco, talvolta macchiettate di marrone.
Reicardia picroides
LA SCHEDA SOPRA E’ RIPRESA DA UN TESTO SCRITTO DA DUE RICERCATRICI DELL’UNIVERSITA’ DI PISA
Dottoresse GABRIELLA CORSI ed ANNA MARIA PAGNI
“STUDI SULLA FLORA E VEGETAZIONE DEL MONTE PISANO cap. I, pag.137” Arti Grafiche Pacini -Mariotti, Pisa
Ringraziamo se ci permetteranno di mantenerla
3) Differenze SONCUS
3) PIANTE CON CAPOLINI GIALLI
Comunissime e presenti su tutto il percorso, ho fotografato queste piante, come le altre, sempre sull’argine sx sotto Sant’Anna, veramente ricco di moltissime specie ancora da osservare.
Soncus oleraceus e Soncus asper: (Cicerbita, Grespigno ecc)
Ambedue queste piante vengono chiamate ‘mosciolo’ a Pomarance e dintorni. Tutte e due le specie, in condizioni favorevoli, possono superare anche un metro di altezza. I loro fiori sono praticamente identici e tutte e due le specie hanno il caule cavo, che se spezzato emette un copioso latice biancastro. L’unica caratteristica che evidenzia la differenza tra le due specie sono le foglie, anche se le forme che queste possono assumere sono estremamente variabili da pianta a pianta.
Nell’oleraceus si presentano di consistenza più molle e con margine decisamente meno pungente.
Nell’asper invece (lo stesso delle tue ultime foto), le foglie molto più rigide e più pungenti. Più lucenti nella parte superiore.
Soncus oleareus e Soncus asper
Due Fabaceae
Due Fabaceae: Onobrychis viciifolia (Lupinella) e Hedysarum coronarium (Sulla)
Iniziando a camminare nella Via vicinale Sant’Anna, dopo circa una trentina di metri sulla dx (proprio dove si affaccia un’apertura dell’argine della strada, interdetta da una catena metallica), ho notato un bel cespuglio di ‘Onobrychis vicifolia’, una bella Fabacea dalle infiorescenze rosate.
Proseguendo nella passeggiata, sempre sul lato dx, in prossimità della stradina che porta alla residenza ‘Sant’Anna’ ho fotografato un’altra Fabacea. La sua presenza insiste lungo tutta la strada, con bei cespugli prostrati e fiori rosso porporino lucido: Hedysarum coronarium.
Ho fotografato le due specie per poterle confrontare, essendo molto simili anche come origine. Si suppone infatti che ambedue siano state importate in Italia in tempi remoti, in seguito ampiamente coltivate e infine inselvatichite così che ora si ritrovano comunemente allo stato spontaneo.
Hedysarum coronarium
Sulla
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NOTE DEL COORDINATORE (NDC)
Oggi 26_4-2015 (?) lungo il tratto dal P. San Vittore al P. Ponsino circa a metà, sulla sinistra ho osservato una Crucifera (Brassicacea) della quale presento le seguenti foto e l’ipotesi tentativa sulla sua specie:
BUNIAS eruchago (?);
i
i
LA SCHEDA SOPRA E’ RIPRESA DA UN TESTO SCRITTO DA DUE RICERCATRICI DELL’UNIVERSITA’ DI PISA
Dott.sse GABRIELLA CORSI ed ANNA MARIA PAGNI
“STUDI SULLA FLORA E VEGETAZIONE DEL MONTE PISANO cap. I, pag.19”
Arti Grafiche Pacini -Mariotti, Pisa
Ringraziamo se ci permetteranno di mantenerla
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Oggi 28_4 scendendo da Sant’Anna verso San Vittore, sulla sinistra lungo la rete del campo, circa a metà strada fra i due poderi, si nota un’associazione densa di piantine spontanee, dove già in questo post notammo Euforbiaccee (E. elioscopia), erbe di campo (rosette di Uruspermum dalecampii) ed altro. Oggi, da un agglomerato fitto di foglie ellittiche verde scuro piuttosto spesse glabre, ho intravisto cauli prostrati a fiori a corolla papilionacea gialla. Da approfondire l’osservazione.
Agglomerato di foglie quasi dello stesso colore più o meno lanceolate più o meno peduncolate
U. dalecampii e Papilionacea gialla a contronto
Agglomerato di foglie più o meno lisce e più o meno peduncolate, più o meno grigiastre
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FINE NDC
Il primo maggio così racconta Sofia delle pianticelle descritte sopra, anche lei le fotografa e le classifica:
Fin dall’inverno avevo notato i ciuffi di foglioline sul bordo della strada del ns percorso e a dir la verità non avrei immaginato che si trattasse di una papilionacea (o fabacea….come usa ora). Stamattina 1 maggio, con sorpresa ho avuto modo di osservarne e di fotografarne i fiori. Secondo i miei soliti appunti, dovrebbe trattarsi di una ‘Scorpiurus’ con buona probabilità ‘subvillosus’, benché molto simile alla ‘muricatus’ (che però dovrebbe avere un numero inferiore di fiori). Sarà il modo di arrotolarsi delle sue capsule, a confermarci la specie.
Casualmente l’ho fotografata nello stesso punto che descrivi nel blog.
Proposta di Sofia: Fabacea Scorpiurus subvillosus o forse S. muricatus
(Sofia)
Oggi 3 maggio mi sono accorto che le belle foto della Papilionacea proposta, S. subvillosus, scattate da Sofia sono ben in vista nella parte opposta della strada che va da S. Anna verso S. Vittore, cioè a destra; le mie foto erano riprese invece circa davanti a sinistra dove la fioritura era ed è più indietro (le cime appena fiorite erano e sono ancora su cauli tendenzialmente prostrati). I fiori sono alla cima di un peduncolo fiorifero distribuiti a stella (fino a cinque).
Nel campo in fondo al percorso, insieme al Tortilium apulum forse esiste un’altra ombrellifera meno appariscente con ombrella principale a 5 raggi e semi piccolini rotondeggianti: da approfondire.
Il cartello in legno posto all’ingresso dell proprietà S. Vittore ad una Brassicacea, Lepidium draba, è ancora attivo.
Passeggiata del giorno 1 maggio
Tragopogon porrifolius
Rosa canina
Gladiolus italicus
Geranium sanguineum
Cistus Incanus
Acer monspessulanum—-Pistacia lentiscus
Tutte le foto sono del giorno 10 maggio 2016
Unisco questo insieme di foto per poter tenere sotto controllo le varie fasi delle piante che osserviamo solitamente.
Non sono riuscita a vedere il cespuglio di Tarassaco che mi descrivevi.
NDC: la grande rosetta di base, simile a quelle fotografate sotto, che hai classificato come Cicoria (è un nome generico o è la intibo), si trova a circa 3 o 4 metri lungo la strada dopo l’ ingresso al podere Il Ponso in cima al poggio, salendo dal P. San Vittore. E’ più di mezzo metro di diametro ed è ben visibile a destra sul ciglio della strada, ancora oggi (12_5). Comunque non si tratterebbe allora di Tarassaco, che non ho mai visto.
In prossimità del capanno di San Domenico, ho notato delle rosette di Cicoria, le cui foglie potrebbero ingannevolmente essere scambiate per Tarassaco (NDC: oggi 13_5 sono state tagliate mentre passavo; sono rimaste quelle sul poggio Il Ponso). Anche i fiori dei ‘Terracrepoli’ potrebbero sembrare quelli del Tarassaco. (Vedi foto)
Poco più sotto in prossimità del cartello, prima della discesa per il Mirto (dove è stata tagliata l’erba), sono risbucate delle piantine di Verbasco sinuato, ma dubito che le lasceranno fino alla fioritura!!!!
La Filipendula sta fiorendo ovunque! (Foto sotto Sant’Anna).
Malva cannabina: continua a crescere prossima alla fioritura.
In Luglio 2015 si osservarono numerose piantine, allora fiorite, di questa Malvacea, sull’argine, scendendo verso il Ponsino, a sinistra, dove l’uliveta è riparata da un telo scuro, a circa una decina di metri dall’ingresso alla proprietà Ponsino, che è sulla destra. Dalla discussione proponemmo allora la sua classificazione come Althea cannabina.
(NDC) Le tre foto che seguono, riprese (10_5) da Sofia sull’argine nei dintorni del Ponsino, sono piantine che partono da una grande rosetta di ampie foglie, già fotografate l’anno passato intorno alle quali, come descritto allora, furono fatte ipotesi che non siamo mai riusciti a mettere alla prova. Alla domanda se si potesse trattare di Verbaschi (visto che nei dintorni nel 2015 nacque, fiorì e fece semi un grosso Verbascum tapsus), la risposta di Sofia è leggibile nel link sotto riportato. Comunque attenderemo la fioritura.
Presunta Asteracea
I FIORI DI PRIMAVERA NEL PERCORSO :FOTO SOFIA
Potentilla reptans
Ornithogalum
Ho notato questa Apiacea
L’ombrellifera è anche presente circa a metà dell’argine del Podere Sant’Anna
Cornus sanguinea
Convolvulacee a confronto
Campanula rapunculus
Adonis aestivalis
Tragopogon porrifolius
Siamo alla fine di maggio 2016, cioè il ciclo del diario è vicino alla conclusione (iniziò di fatto a giugno del 2015). Stanno ricrescendo infatti tutte le piantine dello scorso giugno, che qui velocemente riproporremo insieme ad altre, man mano che le incontriamo nel percorso. Il seguente servizio fotografico è di Sofia.
Acer campestre
Gladiolus italicus
Hypericum perforatum
Lathyrus ochrus
Ecco classificata finalmente la Fabacea descritta nella seconda parte del post circa nello stesso periodo e posto.
Lathyrus ochrus
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Ligustrum vulgare
Nigella damascena
Osyris alba
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Plantaginacee a confronto, erba cappuccina, zampa di cornacchia
PLANTAGO coronopus
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PLANTAGO lanceolata
PLANTAGO maior
Rosa arvensis
Rubia peregrina
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FOTO VARIE
FIORITURA FILIPENDULA
PROBABILE ASTERACEA
QUERCIA PUNTO DI RIFERIMENTO
TRAGOPOGON porrif. (pappo)
VERBASCUM sinuatum
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NOTA DEL COORDINATORE
In questo scorcio di Maggio segue l’ottimo lavoro di fotografia e classificazione di SOFIA; con giugno inizierà il nuovo ciclo annuale e si aprirà il nuovo post (QUARTA PARTE) curato da Sofia. L’attuale coordinatore cercherà di mantenere con calma ancora la sua funzione.
LAVORO DI SOFIA DI FINE MAGGIO 2016
Achillea Millefolium
Ancusa azurea
Bellardia trixago
Cota tinctoria
Daucus carota
Galactites tomentosus
Pallenis spinosa
Piccoli arbusti
Spartium junceum
Curiosità
ACHILLEA millefolium
(NDC) CON MAGGIO SI CHIUDE IL CICLO ANNUALE DI MONITORAGGIO BOTANICO DEL PERCORSO.
Con giugno inizia il nuovo ciclo 2016 che terminerà a fine maggio 2017. Si apre la QUARTA PARTE del nostro lavoro che SOFIA curerà ancora nella classificazione e nei servizi fotografici. L’attuale coordinatore di questi posts, orientati alla botanica ‘applicata’ (Piero Pistoia), continuerà a curarne la struttura e la coordinazione.
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