BREVI CONSIDERAZIONI NON CONFORMI SULLA INTERPRETAZIONE EVANGELICA: parte seconda; “SULLA NATURA DELL’UOMO II”, scritto da Stefano Tonnarelli, trasferito da OpinioniWeb di Nicolini

Nicolini del blog opinioniWeb presenta la parte II del post, a nome di Stefano Tonnarelli, ‘Sulla natura dell’uomo’; interessati a trasferirlo sul nostro blog, ringraziamo, se ci permettete di tenerlo pubblicato; altrimenti lo sopprimeremo.

A cura dell’Editore del blog ilsillabario2013 (pieropistoia ao123456789vz@libero.it)

NOTA BENE

Per comprendere un “oggetto” complesso a più dimensioni è necessario “osservarlo” da diversi punti di vista indipendenti (uno dei criteri di questo blog). Così l’oggetto culturale “Religione”,  a più dimensioni, dovrà essere ‘letto’ ,in una comunicazione culturale, da diversi scritti più o meno ortodossi e difformi. Per trovare questi scritti in questo blog cercare per es. con il tag  “Religione“.

Per dare un’occhiata ad argomenti, per certi versi, analoghi, cercare con i tag ‘interpretazione evangelica, parte prima‘, ‘Tao, calcolo del Fato’, ‘conoscenza alternativa‘, ‘il miracolo’, ‘scritti antichi’, ‘I Ching’,…

                 

               “SULLA NATURA DELL’UOMO II” di Stefano Tonnarelli (da OpinioniWeb)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BREVI CONSIDERAZIONI NON CONFORMI SULL’INTERPRETAZIONE EVANGELICA, parte prima: sul Creatore e Suo Figlio, il concetto di peccato, la sofferenza, la morte, i miracoli e le ‘otto’ virtù capitali; di Roberto Gervaso, post aperto a cura di Piero Pistoia

Questo scritto-intervista di R. Gervaso è stata condotta dalla giornalista Viviana Ponchia e pubblicata sul quotidiano LA NAZIONE del 24-08-2019 a pag. 10.

Si ringraziano autori e redazione  del giornale LA NAZIONE, se ci permetteranno di mantenere su blog questo scritto. In caso contrario, avvertiti alla mail ao123456789vz@libero.it di uno degli Editori_coordinatori del blog, provvederemo nell’immediato a sopprimerlo.

NOTA BENE

Per comprendere un “oggetto” complesso multidimensionale è necessario “osservarlo” da diversi punti di vista indipendenti (uno dei criteri di questo blog). Così l’oggetto culturale “Religione”,  a più dimensioni, dovrà essere ‘letto’ ,in una comunicazione culturale, da diversi scritti più o meno ortodossi e difformi. Per trovare questi scritti in questo blog cercare per es. con il tag  “Religione“.

 

TITOLO DELL’INTERVISTA

<<Si’, SONO UN PECCATORE. SE DIO VUOLE>>

Roberto Gervaso: ho trovato la fede ragionando. <<La virtù più grande? il perdono>>

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Su argomenti similari si può dare una occhiata anche ad altri post cercando per es., i tag ‘conoscenza alternativa‘, ‘Interpretazione evangelica, parte seconda‘…

POST DA CONTINUARE…

ALCUNI INTERROGATIVI RILEVANTI SUL MIRACOLO RIVOLTI A DON SERAFINO FALVO, SACERDOTE CARISMATICO, della Casa di Preghiera “Gesù Amore”, che molto sa sui miracoli; a cura di Piero Pistoia; con intermezzi, pittura (Batini) e poesia (Machado)

NOTA BENE

Per comprendere un “oggetto” complesso multidimensionale è necessario “osservarlo” da diversi punti di vista indipendenti (uno dei criteri di questo blog). Così l’oggetto culturale “Religione“,  a più dimensioni, verrà ‘letto’ in questo blog da scritti più o meno ortodossi e difformi. Per trovare questi scritti, cercare con il  tag, per es, “Religione”

Intermezzi: una pittura a cera del pittore Batini di Lustignano (Pomarance, PI) ed una poesia di Machado

ALCUNI INTERROGATIVI RILEVANTI SULLA NOZIONE DI “MIRACOLO”

 

Piero Pistoia

IN ATTESA DELL’EVENTO

 

RISPOSTE DI DON SERAFINO FALVO

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O Tu ed io stiamo giocando

a rimpiattino, Signore,

o la voce con cui ti chiamo è la Tua voce.

D’ogni parte ti cerco,

senza trovarti mai,

ed in ogni parte ti trovo

solo per andarti a cercare.

(Antonio Machado, dai “Cantari”, Mondadori, 1996)

 

 

 

 

 

LETTERA SPEDITA AL CICAP, “Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudo-scienze”, PER ESPRIMERE UN PENSIERO PERSONALE ALTERNATIVO; dott. Piero Pistoia, prof. di ruolo ordinario in Fisica

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TRACCIA DEL CURRICULUM DI PIERO PISTOIA

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Per vedere l’articolo in pdf possiamo anche cliccare sotto:

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CICAP è acronimo di “Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul Paranormale”. La parola “Paranormale” oggi è stata sostituita da “Pseudo-scienze”

Dopo aver letto anni fa alcuni scritti pubblicati dal CICAP decisi di esprimere alcune mie opinioni in proposito che inviai loro per posta, oggi un po’ rivisitate per precisarne alcuni passaggi [frammenti fra parentesi quadre]. Ricevetti una lunga lettera dal CICAP, scritta da un dott. prof. di Fisica Teorica di una Università del Nord, che devo ricercare in mezzo al caos della mia libreria e quando l’avrò trovata, la trascriverò volentieri in questo post.

LETTERA SPEDITA AL CICAP PER ESPRIMERE UN PERSONALE PENSIERO ALTERNATIVO, SPESSO FORZATO SU QUALCHE RAMO DI IPERBOLE, ONDE CREARE QUALCHE DUBBIO IN UN BACKGROUND DI CERTEZZE

dott. Prof. Piero Pistoia

Spett.le REDAZIONE,

leggendo la Vostra rivista si rimane colpiti dalla semplicità, chiarezza e coerente armonia – senza mai contrasti che potrebbero finire in dibattito – con cui vengono trattati e risolti i diversi problemi affrontati di cui si forniscono sempre sicure soluzioni. Sembra quasi di seguire uno dei tanti articoli di scienza pubblicato in molti giornali quotidiani e non o in una delle tante trasmissioni televisive di cultura dove tutto è descritto in maniera coerente, armonica, semplice, conchiusa e colorata [(senza un riferimento agli errori di percorso durante il travaglio (trouble) di quella conquista raccontata)], quando invece ad ogni passo del percorso si dovrebbero aprire svariati interrogativi. Se “imparare è risolvere problemi” [(e nella fattispecie, fare conti!)] da queste comunicazioni a mio avviso, pur appassionate e talora coinvolgenti, si impara ben poco. [Anzi, spesso, la chiarezza ad oltranza e l’assenza di dubbi penalizzano la memoria, la riflessione personale e quindi l’apprendimento]. Per questa ragione vorrei esprimere sulla scienza e la non-scienza o pseudo-scienza il mio personale pensiero, anche se spesso volutamente forzato lungo un ramo di iperbole, per provocare l’interlocutore e far sorgere qua e là interrogativi. Il mio intervento, di cui mi scuso in anticipo se qualcuno dovesse prendersela (absit iniuria verbis), si articolerà nei quattro seguenti punti:

1 – Se la maggior parte dell’universo è disseminato di “turbolenze”, una piccolissima variazione delle condizioni iniziali, al tempo considerata insignificante, ovvero all’interno delle soglie dell’errore, potrà provocare soluzioni impreviste ed imprevedibili con incidenza non trascurabile sul mondo fenomenico. Una esatta imprevedibilità in questi sistemi caotici (sensibili a minime differenze iniziali) presupporrebbe poter assegnare numeri reali alle misure delle grandezze che figurano nelle condizioni iniziali. Allora fattori sconosciuti di entità non misurabile, pur non potendo essere scoperte dai ricercatori, potrebbero causare grosse modifiche sui fenomeni. E ancora, onde elettromagnetiche di energia inferiore alla soglia del misurabile potrebbero produrre lo stesso effetti vistosi. Non è da escludere, infatti, che nelle condizioni iniziali, come accadeva al di sopra della soglie dell’errore, una grandezza possa acquistare due valori molto vicini, ma all’interno della soglia dell’errore potrebbe accadere che, per uno dei due, la traiettoria descritta dal sistema in un opportuno spazio delle fasi diverga esponenzialmente da un certo istante in poi, ottenendo dopo un tempo opportuno una interferenza macroscopica (o nello stesso istante ad una certa distanza?). Il mondo delle nostre misure a decimali finiti (cifre significative limitate) riguarderebbe una sezione estremamente piccola, semplice ed addomesticata dell’Universo, anche se efficace nell’ambito della sopravvivenza umana (anche troppo!), perché, come affermava Vico (Verum ipsum factum), abbiamo ‘inventato’ leggi per costruire un marchingegno che, in quelle particolari circostanze e in quei casi della realtà, estremamente ammaestrati del tempo e dello spazio, funzionasse, cioè fosse ‘vero’ per noi (e spesso accade che neppure funzioni in quelli, se ci imbattiamo in una turbolenza): si tratta di uno degli infiniti percorsi in un “reale” estremamente complesso (e forse disordinato).

Quando Galileo diceva di voler cogliere nella complessità inesprimibile dell’esperienza solo percorsi semplici, le cui grandezze fossero esprimibili con numeri a decimali limitati, voleva certamente affermare l’ambito estremamente limitato del mondo della “quantità”, unico mondo che la parte razionale della mente può capire e gestire, non essendo adatta ad affrontare l’oggetto nella sua complessità, oggetto certamente poco ordinato. E quando Galileo costruiva ed interpretava gli oroscopi (e plausibilmente ci credeva come tutti i suoi contemporanei, visto che sapeva ‘leggere’ le influenze del cielo sulla vita), voleva significare appunto l’esistenza di una parte complementare al ‘semplice’, cioè la maggior parte del mondo, che poteva venire colta in altri modi. E’ facile che Galileo non fosse un ingegnere-empirista, dedito continuamente a prove sperimentali, ma più plausibilmente un fisico teorico che quasi mai ripiegava sull’esperimento e che usava invece il teorema ed il suo “principio di continuità” come prassi scientifica usuale.

Sulla stessa linea di pensiero, per il grande logico L. Wittgenstein esiste un immenso mare tempestoso del mistico-magico che circonda, oscuro, la piccola isola del razionale, anche se poi di questo ignoto mare non se ne può parlare (è “indicibile”), usando i linguaggi della ragione (I° Wittgenstein) e degli altri “giochi linguistici” possibili (isola), nessuno è plausibile, perché non c’è realtà “la fuori” (II° Wittgenstein).

2 – I fatti, le prove, l’esperienza scientifica ‘costruita’ in laboratorio in base a precisi presupposti teorici (esperimento), non sono termini di confronto neutrali. La falsificazione (Popper) diventa impossibile non riuscendo ad individuare ciò che viene di fatto falsificato. Si perdono così i riscontri oggettivi della razionalità e sparisce il criterio di demarcazione fra sapere razionale e gli altri (arte, magia s.l., metafisica, religione…). In altre parole sono le teorie a costruire i “fatti” e a fornire le prove. Quando una teoria così diventa abbastanza organizzata tende ad auto-difendersi dall’eliminazione, prevedendo, attraverso la mente intrappolata del ricercatore (si ricordi la bottiglia di Wittgenstein), solo esperimenti favorevoli. In una iperbole, accettare una teoria scientifica invece di un’altra, nello stesso modo di accettare o no gli dèi, è solo funzione delle idiosincrasie della storia e non di qualche metodo razionale coniugato a prove empiriche. Scienza, religione, arte magia s.l., astrologia sono tutte favole che sono “vere” in senso vichiano all’interno dei loro mondi.

3 – Altri popoli e razze da sempre hanno costruito altri mondi, diversi da quello artificiale e amorale dell’uomo bianco occidentale, su altri valori, principi, credenze e uniformità e queste strutture, non necessariamente razionali (dove il magico ed il rituale giocano più che la logica e l’argomentazione critica), hanno funzionato da sempre, funzionano e, se non interverranno aliene interferenze, continueranno a funzionare (sono “vere” in senso vichiano). Quei popoli sono infatti sopravvissuti secondo i loro ritmi ed il loro senso della felicità (vivere 80 anni invece che 35, non significa un bene assoluto!). Guarda caso il progresso operato dalla scienza è misurato con i valori interni allo stesso mondo in cui si dice che la scienza opera progresso! Ci sono pregevoli culture umane, modelli di visione del mondo non derivate dalla scienza che, non solo sono capaci di far sopravvivere la specie riuscendo a controllare l’ambiente in massima armonia, ma costruiscono, a differenza della cultura occidentale, un uomo più completo all’interno, con un Io più evoluto, consapevole e vigoroso a fronte di un mera amplificazione sensoriale e percettiva sul piano simbolico, amorale nei confronti del resto dell’Universo. In ognuno di questi mondi, senza onde di probabilità né codici, avvengono “miracoli” non dissimili per quei popoli da quelli basati sulla scienza per il nostro popolo. Gli spiriti, i Mani delle cose e gli stregoni o gli sciamani che li controllano, hanno potere effettivo sugli oggetti dell’Universo anche se solo all’interno di questo cielo chiuso, come potere ebbe Afrodite sulle cose e sui cuori degli umani, quando i Greci credevano negli dèi. Nello stesso modo funziona per noi il nostro mondo artificiale, disarmonico e sovrapposto alla Natura che, divenuto meno vincolato e più potente dal succhiare continuamente la vita alle altre specie ed energia all’ambiente, spinge fino ai limiti dell’Universo conosciuto il proprio rumore assordante e la propria spazzatura. Se il nostro mondo interferisce su uno degli altri, il fragile meccanismo proprio dei mondi in armonia con la Natura si rompe, i riti si inquinano, gli spiriti si nascondono, i Mani abbandonano le cose, i miracoli cessano e la struttura culturale non funziona più; l’unica via è affidarsi allora alle mani dell’invasore, perdendo la propria identità e i propri dèi , divenendo in pratica una sottospecie. Pionieri, colonizzatori, missionari, eroi scopritori, civilizzatori, antropologi, ed altra “ciurma” di questa sorta, se ne stiano a casa loro! E’ inutile: le loro tecniche non saranno in grado di arginare i danni da esse provocati! La foresta amazzonica si salva nel segno della “empatia”, del rispetto incondizionato, com’è nei costumi “totemici” delle popolazioni indie che l’abitano e non nel segno della “scienza” e del “calcolo”, dell’uso interessato com’è nei propositi “occidentali” di finalizzarlo non solo alla sopravvivenza ad oltranza della nostra specie, ma all’aumento oltre ogni limite della sua qualità della vita! Voler giudicare e misurare con idee e strumenti del nostro mondo valori e grandezze di un altro è mera utopia, presunzione e irresponsabilità: la furba Afrodite non si farà mai scoprire dagli strumenti dell’uomo razionale!

4 – Dalle nostre parti la tradizione dominante per eccellenza è quella razionale che sostiene oggi più che mai i gruppi di potere. Dopo 50 anni di sufficiente libertà un po’ per tutti, oggi c’è la tendenza a realizzare una società fortemente ordinata e programmata dove tutto sia previsto e ogni azione vigilata e se non conforme punita. Fra poco nessuno potrà più permettersi di oscillare intorno alla norma, o, [in una metafora banale di mini-ragioneria], qualche volta calpestare un’aiola o fare una fotocopia di un articolo; [più grave superare un limite di velocità, ma sembra comunque che fra poco metteranno meccanismi registratori su qualche satellite o scatole nere all’interno delle auto; per non parlare della tendenza generalizzata ad aggiungere ad ogni carta di identità il codice DNA di ciascuno, o , magari, a misurare l’aria che ciascuno respira, perché consuma ossigeno e riempie l’atmosfera di anidride carbonica od altro gas (es. metano (sic!)… un gas serra 20 volte più potente della CO2, come afferma P. Wadhams, Univ. di Cambridge !).   Molti, seconda la strana morale occidentale, diranno scandalizzati che non si devono sostenere, per es., i primi due eventi delle aiuole e delle fotocopie (esempio metaforico, insieme ad altri, di piccole cose ragionieristiche), ma nessuno di essi potrà affermare di aver sempre rispettato il terzo evento (cose che riguardano invece la vita e la morte! Come a dire si punisce la ragioneria e si ignora la guerra! Per non parlare dei vari imposti catechismi senza un contemporaneo controllo costante sulle filiere senso lato. Naturalmente  i controllori controlleranno tutti, eccetto se stessi! Mi vengono a mente paradossi russelliani che iniziano così, per finire in contraddizioni]. L’uomo occidentale ormai disarmonico con la Natura, impaniato in migliaia di vincoli esosi, potrà percorrere ormai pochissimi sentieri ed il suo desiderio di libertà sarà fortemente frustrato. I molti sentieri infatti che non si lasciano percorrere, anche se di scarsa rilevanza, portano in nessun posto e la vita quotidiana si riempie così di una miriade di vuoti, anche se piccoli! Se a questo aggiungiamo che l’Homo sapiens sta perdendo i legami anche con i suoi simili e si sente sempre più solo in mezzo agli altri, ben vengano maghi, psicologi, cartomanti, astrologi, psichiatri, fattucchiere, preti delle diverse religioni, pranoterapisti, tecnici dell’ago puntura …, pronti a pagamento a ascoltare i problemi di vita di noi poveri diavoli. Non importa se le cose non funzionano sempre (forse perché tradizioni incomplete, parziali, aperte), ma certamente serviranno a recuperare qualche momento di pace e speranza, completamente sconosciute in questa società globalizzata del profitto e della ragioneria atomizzata, del cemento e del lungo tempo di vita. E’ giusto denunciare i profittatori (maghi, psicologi e preti…… che siano), ma pagare il giusto prezzo per i curatori di anime, mi sembra un fatto accettabile.

Concludendo, se non fosse possibile alimentare le più svariate tradizioni (scienza, arte, magia s.l., religione…) in ogni testa, sarebbe necessario farlo nella società (relativismo democratico), perché ogni tradizione porta con sé una sua visione dell’oggetto, anche se parziale, incompleta, inventata e falsa; ma l’insieme di tutti i punti di vista creerà un invariante di vita umana, un’emergenza, in particolare per l’uomo occidentale, la migliore possibile. Anche le tradizioni più squalificate e considerate negative e non degne di credibilità (es., le ‘streghe’, bruciate sul rogo a migliaia,  dal primo Medioevo alle soglie dell’Illuminismo), vanno lasciate, magari isolate in attesa, in modo che, in quel momento fuori tempo, non disturbino (J. P. Feyerabend, l’epistemologo anarchico), perché nessuno è in grado di dire quanto bene ci sia ancora nel male e in che misura l’esistenza del bene sia stata legata ai crimini più atroci (enantiodromia eraclitea); [il Bene ed il Male sono connotati dalla storia e se la Storia (Historia) è  ‘oggetto’ complesso, nessuno potrà mai prevedere quanto, per es., l’evento ‘streghe’ possa aver  ‘perturbato’ la Storia futura (in particolare le res gestae, o humanae res), nei millenni successivi, cioè nel tempo lontano. Il filosofo medioevale Tommaso d’Aquino affermava  che <<Multae utilitates impedirentur si omnia peccata districte proibentur>>.

L’oggetto della conoscenza si fa analogo ad una pozzanghera di fango, dove sono cadute alcune gemme razionali ed a intervalli si aprono e si richiudono delle bolle oscure indicibili attraverso le quali è possibile gettare un rapido sguardo nelle zone più profonde.

Ho ritenuto di non aggiungere alcuna bibliografia, sicuro che il lettore di questa missiva sarà in grado senz’altro di riconoscere dietro lo scritto i nomi degli autori a cui si fa tacito riferimento.

DISTINTI SALUTI

piero pistoia

La poesia “ELOGIO DELLA RAGIONE”, scritta dal premio Nobel Milosz, è proposta per commenti a più voci; a cura del dott. Piero Pistoia (NDC); commento di Susanna Trentini e Paul Feyerabend

PROPOSTE DI COMMENTI ALLA POESIA, a cura di Piero Pistoia:

ELOGIO DELLA RAGIONE  del premio Nobel  Czeslaw Milosz

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Questa poesia fu già commentata, insieme ad altre,  nel lontano 1999 dalla dott.ssa prof.ssa Susanna Trentini (al tempo ancora laureanda) ed il commento fu pubblicato in stampa, nel numero 1-1999 di “Il Sillabario”, inserto della rivista cartacea ‘La Comunità di Pomarance’, con lo scopo di rispondere ad un azzardato esperimento sulla poesia, dal quale pensavamo di avere risposte a domande del tipo “Per capire una poesia è davvero necessario calarla nella sua specifica storia?” ed altre di natura più logica. E forse necessario sezionarla, come fanno i retori, con  loro strumenti raffinati e taglienti, rendendo estrinseci il ritmo, il metro, le rispondenze e le rime, le metafore che abbracciano le cose metaforizzate, gli accordi di colore e di toni, le simmetrie, le armonie…? Tali aspetti consapevolizzati non acquistano forse significati accidentali e falsi, rompendo di fatti l’unità dell’intuizione poetica?E’ possibile capire e godere una poesia, senza conoscere niente del poeta, niente del background culturale in cui è sorta, niente degli strumenti e dei simboli linguistici usati? Gli artisti più grandi non “…trascendono forse il tempo, la società e se medesimi in quanti uomini pratici? (B. Croce Breviario di estetica, Laterza, 1954, pag. 136). Dare al contenuto sentimentale la forma artistica non “è dargli insieme  l’impronta della Totalità, l’afflato cosmico”? Forse alcune risposte si potranno trovare nei commenti personali alla poesia di R. Jeffers (cercare nel blog) e a quella precedente,  scritti da S. Trentini. Noi consigliamo comunque di cercare e andare a leggere su questo blog gli scritti di questa autrice che arricchiscono il pensiero e lo spirito.

Un altro  dei commenti che riflette le nostre aspettative e meglio risponde ai nostri criteri (da prendere come esempio lapalissiano di efficace presentazione di un’opera d’arte) è il sublime commento del poeta Veracini relativo alla poesia di W. Szymborska, ‘Un appunto’, in cui esplodono i punti emotivi nel raccontare un ‘appunto’ di vita. Lo stesso poeta-pittore Fidanzi commenta un’altra poesia di Wislawa con una sua poesia personale e ‘commenta’ Guernica di Picasso, cioè una pittura, con tre  musiche in successione: sinfonia di Shostokovich, serenade di Shubert, fuga di Bach. Qualsiasi manifestazione artistica può essere commentata efficacemente soltanto con  un’analoga forma di arte o anche con altre tipologie artistiche? (per es., una pittura commentata con una poesia o con una musica o con svariate altre combinazioni). Controllare su questo blog.

Sperando di fare cosa gradita ai lettori interessati riportiamo in pdf le accorate ed emotive pagine (circa 2) scritte da Feyerabend, riprese dal testo “Ambiguità e armonia”, Editori Laterza, sperando che Editori e autore si contentino della pubblicità che facciamo al loro denso libro (in caso contrario, se avvertiti (ao123456789vz@libero.it), elimineremo questo riferimento).

Per leggere il coinvolgente scritto di Feyerabend, sia che dica la Verità o meno (il mondo dei rapporti umani è molto complesso), si clicchi su:

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Mi auguro che qualche esperto di poesia e letteratura faccia il proprio commento dal suo punto di vista, consentendo  così di costruire il nostro oggetto-poetico a più dimensioni, una specie di invariante culturale!

Infine abbiamo deciso di ripubblicare anche sul blog,  in pdf,  lo scritto interessante della dott.ssa Susanna Trentini (cliccare sul link sotto riportato)

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dott. Piero Pistoia

ESISTE UN METODO DI INVESTIGAZIONE ALTERNATIVO ALLA SCIENZA? es. il sacro, il magico, l’arte, medicina alternativa…, a cura del dott. P. Pistoia; post aperto ad altri svariati interventi

Curriculum di piero pistoia :

piero-pistoia-curriculumok (#)

NOTA BENE

Per comprendere un “oggetto” complesso multidimensionale è necessario “osservarlo” da diversi punti di vista indipendenti (uno dei criteri di questo blog). Così l’oggetto culturale “Religione“,  a più dimensioni, verrà ‘letto’ in questo blog, da scritti più o meno ortodossi e difformi. Per trovare questi scritti, cercare con il tag, per es., “Religione”.

MOLTI DEGLI SCRITTI E LE FOTO DI QUESTO POST SONO STATI TRASFERITI DALL’EX-INSERTO CARTACEO, IL SILLABARIO,  DELLA COMUNITA’ DI POMARANCE.

Ragione, senso dell’arte e del sacro, di Piero Pistoia. Intermezzo: poesia “La conchiglia” di Fidanzi e pittura di Cangio “Galli”
Ricerca di un metodo di conoscenza alternativo di Piero Pistoia
Valore cognitivo del pensiero magico di Cristina Ghilli
Aspetti antropologici del pensiero magico di Cristina Ghilli
I riflessi della cultura magica nel mondo occidentale moderno di Cristina Ghilli. Intermezzo: il miracolo di don Serafino Falvo, il carismatico,
Il miracolo di don Marco Fabbri, il teologo.
Il miracolo di Antonio Zani
Cose dell’Universo, dott. Piero Pistoia

Come ultimo intervento presentiamo anche il pensiero dei ‘Testimoni di Geova’ riportato sulla Torre di Guardia’, 1° Ottobre 2010, dove si argomenta con precisi riferimenti ad un Testo Sacro, la Bibbia (il link è ancora da attivare)

Poesia e scienza
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Ragione, senso dell’arte e del sacro

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 3 1996
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Ricerca di un metodo di conoscenza alternativo

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 2 1997

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Valore cognitivo del pensiero magico

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 1 1995

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Aspetti antropologici del pensiero magico

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 4 1996;  1-2 1997

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PARTE SECONDA

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PARTE TERZA

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I riflessi della cultura magica

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 1 1996
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PARTE SECONDA

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 2 1996

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Il miracolo di M- Fabbri

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 1-2 1996
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Il miracolo di A. Zani

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 2-3 1999

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Cose dell’universo

Testo rivisitato da il ‘Sillabario’ n. 2 1999

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Direttore culturale del vecchio SILLABARIO

RIPORTIAMO, INFINE, COME UNA DELLE ‘DIMENSIONI’ CULTURALI DEL NOSTRO POST ANCHE IL PENSIERO DEI ‘TESTIMONI DI GEOVA’

Cliccare su

PREGHIERA E MIRACOLO